Giallo profumo di limoni
Marzo 1973: seguendo il filo di una misteriosa lettera anonima, Ennio Alfieri, avvocato torinese investigatore per passione, giunge a Sanremo. Cullato dal tepore della primavera in arrivo, non immagina che l’incubo lo stia aspettando proprio lì. Mentre la città si popola di artisti ed appassionati delle sette note, in fibrillazione per il Festival incombente, ombre remote riemergono inquietanti. Memorie di delitti attribuiti ad un feroce serial killer e frammenti di un’inchiesta frettolosamente archiviata, tracce centellinate da un anziano carabiniere impiccione e fantasmi che si aggirano tra le tombe del Cimitero Vecchio obbligano Ennio ad immergersi in un’indagine difficile e dolorosa. Coadiuvato dall’inseparabile amico don Mario, al suo fianco fin dai tempi del liceo, e supportato a distanza dall’eccentrico vicecommissario Ranieri, l’Avvocato scova variopinti testimoni mai ascoltati dagli inquirenti e piste alternative trascurate, affrontando il suo passato alla ricerca dell’Uomo Nero che lo sconosciuto mittente ha incitato a catturare. Tra i vicoli ombrosi della Pigna e le spiagge deserte del tardo inverno rivierasco, tra le note del Festival del ’73 e le strade frenetiche di Torino, tra la polvere dei campetti di periferia e il garbuglio del Balon, la caccia dell’Avvocato ricomincia.
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Ritrovo l’avvocato Alfieri, nel secondo romanzo di Marco P.L. Bernardi, questa volta con una storia in trasferta fra Torino, sua città di residenza e Sanremo. La capacità investigativa di Alfieri servirà per far luce su una vicenda che lo riguarda. Ritrovo anche Beppegaribaldi, il canarino sempre permaloso, sempre ben curato e anche un po’ temuto per le sue reazioni se si ritiene trascurato ma voce presente nella vita di Ennio Alfieri. Che dire poi dell’amico sacerdote, don Mario sempre pronto ad aiutarlo nelle indagini, questa volta ancora di più perché, essendo stati i due compagni di liceo, don Mario è al corrente e coprotagonista della vicenda. Anche il vice commissario Ranieri, sia pure non coinvolto direttamente nelle indagini, farà parte della storia. Anche questa volta la soluzione si avrà in un lasso temporale molto breve, anche se la vicenda che dà il via alle indagini è di quasi quarant’anni prima.

La storia è un alternarsi di salti temporali fra il 1973 e il 1936. Ricordi del periodo scolastico quando Alfieri frequentava il liceo in pieno regime fascista e aveva un grande amore, si alternano alla vita quotidiana di un uomo che ha deciso di ritirarsi dalla professione e vive una vita piuttosto schematica. Siamo a fine febbraio del 1973, l’avvocato Alfieri ritirando la posta trova nella cassetta, una lettera senza mittente, scritta a macchina, che scopre essergli stata spedita da Firenze con un messaggio anonimo che recita:

Nella Città dei Fiori /c’è un vecchio cimitero/Se sfidi i tuoi fantasmi/catturi l’Uomo Nero./ Tra i loculi non tace/il mormorar del vento:/Vendetta chiede e pace/pel crimine cruento./Sigillo sepolcrale/te ne darà notizia:/A te scoprir il male./A te fare Giustizia./Il vero non è mai/quello che si racconta:/se capire vorrai,/il tuo destino affronta“.

La lettera lo incuriosisce perché indagare è la sua passione e la Giustizia un concetto che lo permea. …” Fare giustizia non vuol sempre dire assegnare una pena. A me interessa solo la verità, ed è la verità che consegnerò ad Ines.“… dice Alfieri al vicecommissario Ranieri ed è soprattutto questo convincimento che lo porta a indagare.

Alfieri pensa di coinvolgere nella sua indagine il suo amico Ubaldo Rosetta, avvocato torinese ritiratosi a vivere a Sanremo, mandandolo a visitare il cimitero per provare a capire chi possa essere sepolto lì che abbia a che fare con lui. Purtroppo l’avvocato Rosetta non potrà aiutarlo e mentre la vicenda si dipana scopriremo l’importanza che ha avuto nella vita di Alfieri. Il funerale di Rosetta e l’aiuto nelle pratiche burocratiche alla vedova faranno sì che Ennio Alfieri si rechi a Sanremo e inizi ad indagare direttamente. Oltre al Festival lo accoglie anche un profumo di limoni, che stranamente percepisce solo lui. Nel Vecchio Cimitero troverà la tomba di Ines, il suo amore giovanile mai dimenticato. La donna che ha sempre aspettato e sperato di rivedere. Morta due giorni dopo il loro ultimo incontro. Un dolore immenso lo piega e lo fa singhiozzare, lui che è incapace di mostrare i propri sentimenti. Da quel momento un vortice di pensieri lo accompagnerà, per indagare incontrerà umanità varia, ottimamente descritta da Bernardi. Il tormento interiore non gli darà tregua ma Alfieri proseguirà la sua indagine per comprendere quanto accaduto e quindi il senso della lettera anonima. Bernardi racconta la vicenda con un andamento lento e costante, non ci sono picchi e precipizi ma un incedere garbato, elegante, triste e dolente, che favorisce lo scorrere dei pensieri e il ragionamento. Mario il fraterno amico, aiuterà Ennio Alfieri a chiudere la vicenda.

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