Lacci
Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie”. Si apre cosi la lettera che Vanda scrive al marito che se n’è andato di casa, lasciandola in preda a una tempesta di rabbia impotente e domande che non trovano risposta. Si sono sposati giovani all’inizio degli anni Sessanta, per desiderio di indipendenza, ma poi attorno a loro il mondo è cambiato, e ritrovarsi a trent’anni con una famiglia a carico è diventato un segno di arretratezza più che di autonomia. Perciò adesso lui se ne sta a Roma, innamorato della grazia lieve di una sconosciuta con cui i giorni sono sempre gioiosi, e lei a Napoli con i figli, a misurare l’estensione del silenzio e il crescere dell’estraneità. Che cosa siamo disposti a sacrificare, pur di non sentirci in trappola? E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi? Perché niente è più radicale dell’abbandono, ma niente è più tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre. E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte. Domenico Starnone ci regala una storia emozionante e fortissima, il racconto di una fuga, di un ritorno, di tutti i fallimenti, quelli che ci sembrano insuperabili e quelli che ci fanno compagnia per una vita intera.
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Recensione a cura di Miriam Salladini

La lettura di questo libro è stata davvero interessante e coinvolgente. Domenico Starnone ci descrive in poche pagine un matrimonio fallito, l’incomunicabilità che può annidarsi all’interno di una coppia, bugie e tradimenti che inevitabilmente si ripercuotono sull’educazione dei figli.

Vanda e Aldo si lasciano e poi tornano insieme diventando estranei incapaci di colmare il vuoto che li separa.

La famiglia diventa un’istituzione opprimente il cui obiettivo principale è salvare quelle apparenze che ci fanno sentire accettati da tutto ciò che ci circonda.

Quando i genitori si separano, Sandro e Anna hanno tredici e nove anni. Si ritrovano così soli e abbandonati, schiacciati dalle paure e dalle incertezze. La scelta del padre, di andare via di casa, influenza tutti gli altri componenti della famiglia in un effetto domino dove, alla fine, ci si rende conto come da soli ci si può perdere, ma che questo può accadere anche essendo in due.

I lacci di cui si parla nel libro sono quei legami che, nonostante tutto, restano e a cui non possiamo ribellarci.

“Mi slacciai una scarpa, poi la riallacciai. Tirai i due capi della stringa, li incrociai, passai un capo sotto l’altro, strinsi energicamente.” Il messaggio del libro penso sia chiaro: si può reagire a un matrimonio fallito e a una famiglia poco presente ma i legami con essi non si possono spezzare poiché fanno parte di noi.

Lacci racconta le fragilità degli esseri umani attraverso una scrittura scorrevole, che cattura dalla prima all’ultima pagina.

Dettagli

  • Genere : Narrativa
  • Copertina flessibile: 134 pagine
  • Editore: Einaudi (12 Gennaio 2016)
  • Collana: Super ET
  • Lingua: Inglese
  • ISBN-10: 8806228986
  • ISBN-13: 978-8806228989
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