Recensione a cura di Gianluca Morozzi
Questo è un romanzo pieno di cose. Personaggi, sfondi, leggende, formano un cocktail dai più disparati sapori. Canti islandesi, crisi economiche, usurai, ghiacciai, paesaggi che non sembrano terreni, corvi, cocaina rubata, sensi di colpa, necropantaloni. E poi gli elementi classici del genere: false piste, indizi nascosti, scene d’azione, e un vorticoso intreccio di personaggi dalle numerose, complicate storie sotto questo sfondo di fiumi ghiacciati o bollenti.
Ci si affeziona a Kornelius e Beckie, e si esce dalla lettura con un potente desiderio di visitare l’Islanda, questa terra fantasy eppure reale, neppure troppo lontana da noi.
Funziona, il cocktail preparato da Manook? Diciamo che è un drink di quelli dai sapori forti, non per tutti, non per ogni palato. Il mio palato l’ha molto gradito, però. E attento il ritorno del poliziotto troll canterino in futuri romanzi.