La vegetariana
«È tutt’altro che un’opera ascetica: è un romanzo pieno di sesso ai limiti del consenziente, di atti di alimentazione forzata e purificazione ― in altri termini di violenza sessuale e disordini alimentari, mai chiamati per nome nell’universo di Han Kang … Il racconto di Han Kang non è un monito per l’onnivoro, e quello di Yeong-hye verso il vegetarianesimo non è un viaggio felice. Astenersi dal mangiare esseri viventi non conduce all’illuminazione. Via via che Yeong-hye si spegne, l’autrice, come una vera divinità, ci lascia a interrogarci su cosa sia meglio, che la protagonista viva o muoia. E da questa domanda ne nasce un’altra, la domanda ultima che non vogliamo davvero affrontare: “Perché, è così terribile morire?”». (The New York Times)
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Han Kang, autrice sudcoreana nata il 27 novembre 1970 a Gwangju, ha recentemente ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura nel 2024, diventando la prima scrittrice coreana e la prima donna asiatica a ottenere questo riconoscimento. La motivazione dell’Accademia Svedese sottolinea la sua “prosa poetica intensa che affronta traumi storici ed espone la fragilità della vita umana”.

Il suo romanzo più celebre, La vegetariana, pubblicato nel 2007, è suddiviso in tre parti, ciascuna narrata da un diverso punto di vista: il marito di Yeong-hye, il cognato e la sorella. La trama ruota attorno alla decisione di Yeong-hye di smettere di mangiare carne dopo un sogno inquietante, scelta che sconvolge le dinamiche familiari e mette in luce le rigide convenzioni sociali della Corea del Sud. La narrazione esplora temi come la ribellione personale, l’alienazione e la discesa nella follia, offrendo uno sguardo critico su una società che spesso reprime l’individualità.

La scrittura di Han Kang è caratterizzata da uno stile secco, limpido e lirico, che non risparmia il lettore da immagini potenti e talvolta disturbanti. La sua capacità di evocare sensazioni intense e di immergere il lettore in atmosfere oniriche e inquietanti rende la lettura un’esperienza profonda e coinvolgente. Attraverso la storia di Yeong-hye, l’autrice denuncia le pressioni sociali e familiari che possono portare un individuo alla dissoluzione della propria identità.

In conclusione, La vegetariana è un romanzo che colpisce per la sua profondità e per la capacità di mettere a nudo le contraddizioni di una società intrisa di tradizioni e aspettative soffocanti. La lettura di questo libro offre non solo una storia intensa e toccante, ma anche uno spunto di riflessione sulle differenze culturali e sulle dinamiche familiari disfunzionali. Un’opera che, grazie alla maestria narrativa di Han Kang, lascia un’impronta indelebile nel cuore e nella mente del lettore.

Un ultimo consiglio, se siete vegetariani o vegani e pensate di trovare in questo libro tofu per i vostri denti, siete fuori strada. La vegetariana è un romanzo durissimo, dove la decisione della protagonista di non mangiare più carne è solo un simbolo. La vegetariana è un vero pugno allo stomaco, una lenta discesa nella follia e la denuncia di come una famiglia abusante porti inevitabilmente al disastro.

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