La strega di Dan
Anni 80. A Dan, un’anonima cittadina dell’entroterra americano, c’è qualcuno che colleziona amanti e conserva i quadri che le ritraggono nude in una galleria segreta. A Dan ci sono donne prive di morale che si dice siano in grado di soddisfare ognuno dei propri desideri, anche i più immorali. Quando le strade di queste persone si incontrano, a Dan la gente inizia a morire. Sarà lo sceriffo Piet a dover trovare una risposta al perché di quelle morti. Forse è colpa di un quadro, forse di una donna che ha qualcosa da nascondere. O forse la verità è che le streghe, da Dan, non se ne sono mai andate.
Un pulp-noir avanguardista e audace che gioca, con maliziosa ironia, con il mito della strega ammaliatrice, presentando personaggi e figure femminili fuori da ogni canone morale che seducono il lettore tra scenari fumettistici e dialoghi taglienti

Attenzione: questo libro graffia!

“La Strega di Dan” di Eva Simon e Jay Malina (al secolo Manuela Capotombolo e Giorgio Binella) è un romanzo unico non solo nel suo genere ma un po’ in generale. Vincitore del premio Garfagnana in Giallo Barga Noir 2023 per la sezione inediti, e pubblicato nel 2025 da Tra le righe libri nella collana Nero, è un esperimento letterario che osa spingersi oltre i confini del convenzionale. Si tratta di un pulp-noir avanguardista e audace, a tratti disturbante, che gioca quasi ironicamente con il mito della strega ammaliatrice, seduttrice e portatrice di morte, mentre le sue impercettibili sfumature kitsch ne determinano l’assoluta particolarità.

Gli autori ci trasportano in una cittadina anonima dell’entroterra americano, Dan, una realtà fittizia ma vivida, ritratta con pennellate che richiamano l’estetica fumettistica degli anni ’80: contrasti forti, colori duri e violenti. In questo scenario già disturbato e a tratti psicotico, una serie di morti inspiegabili turba la relativa quiete, portando lo sceriffo Pitt a confrontarsi con crimini che sembrano legati a un collezionista di amanti e a un enigmatico gruppo di donne, le “streghe”.

Le protagoniste, Fabjana ed Ellen, sono figure cardine che incarnano un ibrido tra baluardi di rivalsa femminile e personaggi provocatori, fuori da ogni canone morale. Queste “nuove streghe” rappresentano una sfida al concetto di patriarcato, ma la loro libertà è così estrema da risultare inquietante. L’idea del romanzo nasce da un’opera dell’illustratore Robert McGinnis, famoso per aver realizzato i poster della saga di James Bond e si basa esplicitamente sulla sua opera “Reverie II”. La donna ritratta nell’illustrazione appare nuda e bellissima, apparentemente quieta ma consapevole della sua vorticosa sensualità. Allo stesso modo Fabjana ed Ellen, feline e consapevoli, si presentano come un manifesto femminista che sovverte gli stereotipi, sconvolgendo dogmi e dando voce a figure femminili potenti, estreme e inusuali.

Con un connubio tra libro, film e fumetto che omaggia i generi cinematografici degli anni ’70, dal pulp all’horror, Simon e Malina hanno creato un’esperienza di lettura multisensoriale. La prosa, poetica ed evocativa, rende ogni scena totalizzante, un viaggio psichedelico magistralmente introdotto anche dalla prefazione di Paolo D’Orazio, poliedrico ed eclettico artista. Ogni capitolo, anticipato da un brano musicale scelto ad hoc, è un’immersione completa – a tratti piacevole e intrigante, a tratti tormentata e ruvida – nel mood della storia, sempre e comunque affascinante.

Alla fine della lettura, ciò che resta è la sensazione di aver subito uno strano incantesimo, una seduzione inafferrabile che lascia il lettore sgomento e affascinato. Non ci si sente, però, del tutto abbandonati: sotto la pelle, lungo la schiena, insieme al brivido rimane una strana sensazione di curiosità e consapevolezza. La curiosità di scoprire dove, come e quando il dinamico duo Simon-Malina ci spiazzerà ancora, e la consapevolezza che le streghe, da Dan non se ne sono mai andate, e chissà che non arrivino anche da noi, tra noi. Oppure, attraverso queste pagine, che non ci siano entrate addirittura un po’ dentro, per restare, feline e consapevoli, ad abitarci l’anima.

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