La stella a sei punte
Giulia Rinaldi è la poliziotta che a tratti assume il ruolo di protagonista della narrazione e che, insieme agli altri membri della squadra T, dovrà risolvere l’ingarbugliato caso della scomparsa di una giovane ventenne appartenente alla cosiddetta Torino bene. L’evolversi degli eventi porterà gli agenti verso direzioni via via sempre più inaspettate e davanti alla drammaticità di alcuni misteri relativi alla famiglia della ragazza. La città di Torino fa da sfondo alle vicende narrate contribuendo all’intenso coinvolgimento del lettore negli avvenimenti descritti.
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Recensione a cura di Manuela Fontenova

Une bella casa in centro, uno studio legale ormai consolidato, ma soprattutto una famiglia felice: tre figli modello e una moglie che ama ancora come fosse il primo giorno. Queste sono le certezze di Enrico Marangoni, un cinquantenne quieto e dall’aspetto banale. Una vita felice che improvvisamente viene stravolta dalla scomparsa della secondogenita Elena. La ragazza, una bella studentessa ventiquattrenne, non fa ritorno a casa, le tracce si perdono una sera, quella maledetta sera dell’ultimo saluto ai genitori prima di un’uscita con un’amica.

Le indagini partono subito e il caso viene affidata alla Squadra T, una nuova unità investigativa composta da sei elementi scelti, nata per supportare la polizia nei crimini più difficili, soprattutto sparizioni ed omicidi.

La scomparsa di Elena rappresenta il banco di prova, trovare la ragazza, scoprire cosa la abbia allontanata dalla sua casa sarà l’imperativo di tutti. Compito arduo anche per Giulia Rinaldi, la poliziotta che Antonio Falco sceglie come perno del racconto all’interno della scena investigativa.

L’autore mi ha sorpresa con questo romanzo. Si parte con una narrazione molto fluida e pacata che porta il lettore a conoscenza del background in cui la storia ha origine, scorrendo le pagine la tensione inizia a salire, fino ad arrivare al finale, che in netto contrasto con il tono intimo e sereno del prologo, stupisce con un colpo di scena davvero inaspettato. La trama presenta un intreccio notevole, Falco è abilissimo a confondere il lettore, a far dubitare di aver capito qualcosa nell’intricato avvicendarsi di fatti e persone.

La famiglia perfetta, o almeno quella che noi crediamo di conoscere, viene messa a nudo, scandagliata, quasi “violata” dagli investigatori, perché le statistiche ci dicono che gran parte dei crimini si consuma proprio tra le mura domestiche. Nessuno può essere escluso dai sospetti, sono tutti potenziali colpevoli fino a prova contraria, tutti nascondono qualche segreto e i Marangoni non fanno eccezione. Sarà infatti, proprio un evento così tragico a portare alla luce misteri e verità che il tempo non è riuscito a cancellare.

Anche Giulia, la giovane poliziotta della Squadra T, di segreti ne ha, è insicura, teme di non essere all’altezza del proprio ruolo, e quello che non dice agli altri, stenta a dirlo anche a sé stessa. Ecco che in un romanzo in cui è difficile delineare un vero e proprio protagonista, Giulia assume un ruolo di rilievo, la sua figura è ben tratteggiata, la sua emotività traspare dalle parole dell’autore, che la rende uno dei personaggi principali.

Benché il romanzo sia autoconclusivo, la neonata Squadra T mi sembra un’idea da sviluppare e portare avanti; non so se Antonio Falco abbia pensato al suo libro come al primo di un serie, io spero davvero di si, e se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, credo che in futuro dovremmo aspettarci belle cose da questo autore.

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