Dopo Il profumo dell’ultimo tango, pubblicato con Historica edizioni nel 2017 che gli è valso il premio della giuria al Premio Barliario, ritorna Gian Luca Campagna con la serie dedicata al detective argentino Jose Cavalcanti, con un nuovo romanzo dal titolo La scelta della pecora nera.
Un giallo costruito su un solidissimo quanto efficace impianto narrativo che non si basa solo sulla soluzione del mistero relativo alla scomparsa della figlia del ricco allevatore argentino, ma affronta tante vicende legate alla storia e a delle tematiche sociali parecchio scottanti ponendo il lettore davanti a mille interrogativi.
Un romanzo scritto su più piani temporali, va dai primi anni 70, anni 80 e il periodo contemporaneo con un ambientazione che tocca i paesi del Sud America: Argentina e Uruguay sono gli stati interessati, e Campagna inserisce alla perfezione il contesto storico affrontando con grande brillantezza e riuscendo ad adeguare lo stile di scrittura ai dialoghi che vi succedono, passando infatti da una prosa leggera a un linguaggio più crudo e particolarmente immediato.
Il protagonista coadiuvato dalla sua squadra piena di personaggi alquanto sgangherati e decisamente fuori dalle righe, dovrà indagare sul passato di una nazione come l’Uruguay di una dittatura militare che l’ha vista soccombere fino al 1985, un paese che pur di salvare la propria immagine a livello internazionale organizzò un evento sportivo Mondiale come la Coppa d’Oro che interessò anche la nostra Italia con la beffa dei diritti televisivi, in soccorso andò il cavaliere di Arcore, Silvio Berlusconi, numero uno del gruppo Fininvest, nonché membro della loggia massonica P2, riuscì con un operazione di mercato ad aggiudicarsi l’intero pacchetto dei diritti televisivi per mandarlo in onda definitivamente su Canale 5, per la gioia dei telespettatori e soprattutto degli sportivi.
Il racconto di questo evento però può costare caro a un giornalista che ne documenta con fare scrupoloso, soprattutto quando si scoprono dei raggiri ai quali è meglio approfondire con tanto di inchiesta. Ma il rischio si sa ha un prezzo molto alto !
Un giallo che si lascia davvero apprezzare per la ricchezza dei suoi personaggi tratteggiati con grande mestiere dall’autore che ci fa rivivere un pezzo di storia dei paesi del Sud America, con dei momenti decisivi e rilevanti che ne hanno segnato un’epoca, senza dimenticare il nostro paese che quando deve usare la tecnica della corruzione, si fa trovare sempre pronto e gli argomenti trattati nel romanzo saranno esaustivi da rinfrescarci un po’ la memoria.
Il male che sembra all’inizio avere la meglio sul bene ma alla distanza, quando si scopre e viene finalmente accertata la verità c’è la resa dei conti e forse il trionfo della giustizia, ma di tutti i personaggi in questione che faranno il bello e il cattivo tempo del romanzo chi sarà la famosa pecora nera ? Toccherà al lettore immergersi in questo testo, foriero di spunti narrativi e scoprirlo, per quanto mi riguarda non mi rimane che mettere in evidenza la prova maiuscola dell’autore che mi aveva già ben impressionato con il noir L‘estate del mirto selvatico (Fratelli Frilli editori), questo romanzo tratta decisamente tutt’altro argomento e alza notevolmente l’asticella con un risultato del tutto ottimale, lo si evince dallo stile e dal linguaggio per il quale si contraddistingue per il suo spessore.
Se siete rimasti colpiti e folgorati dal profumo dell’ultimo tango dove un grande personaggio come Josè Cavalcanti fa il suo esordio, potrete ancor di più assaporare la lettura di questa seconda avvincente e scoppiettante avventura , magari gustandovi un matè argentino o un buon sigaro a voi la comoda scelta !
Non ve ne pentirete !