La regola del rischio è il secondo romanzo scritto da Matteo Severgnini con protagonista Marco Tobia. Tobia ora è un investigatore privato che vive nell’isola di San Giulio, nel lago D’Orta. Prima Marco era un valente ispettore di polizia, poi un fatto drammatico lo ha costretto ad abbandonare l’arma. Nell’isola vive solo lui oltre a delle monache di clausura, chiuse nel monastero Mater Ecclesiae. Marco Tobia è nato dalla fantasia e dal talento di Matteo Severgnini, scrittore e autore radiofonico. È un personaggio unico e molto originale. Tobia ama la solitudine o semplicemente se l’è imposta, divorato dai sensi di colpa e dalla sua malattia: la sindrome di Tourette. Invalidante, e che crea imbarazzo a chi assiste agli improvvisi spasmi e scatti a cui è soggetto. Tobia vive solo ma ha una fidanzata, Clara, che lui adora ma che a causa del suo lavoro (escort di lusso) rende molto complicato il rapporto e quasi impossibile la convivenza. Ha due amici fraterni: Anselmo, sempre alla ricerca di parole desuete, che è anche il suo fedele “barcaiolo”, e l’ispettore Antonio Scuderi, costretto a muoversi su una carrozzina. Marco Tobia è un essere imperfetto, ha tante manie (fuma spinelli) ed ha un passato doloroso a cui rende conto ogni giorno. Ma è un grande investigatore, la gente lo sa e spesso gli chiede aiuto per risolvere anche casi spinosi. Tobia in questo romanzo a due “casi” su cui indagare. Nel primo deve capire meglio le circostanze col quale è avvenuto l’arresto di una cara amica di Clara, fermata alla dogana di Chiasso e trovata in possesso di una grossa quantità di droga. E’ veramente colpevole o qualcuno l’ha voluta incastrare? Nel secondo deve aiutare la piccola Alice nella sua ricerca della tana del drago del lago d’Orta. Una ricerca non facile, in cui metterà tutto sé stesso. Il romanzo scritto da Severgnini cattura da subito l’attenzione. Sia per i personaggi singolari che lo animano sia perché è scritto molto bene. Scorre tutto in maniera mirabile, forse la prima parte è un po’ lenta, ma il romanzo non ci mette molto a diventare coinvolgente ed anche divertente. Le sorprese sono numerose è tengono alta l’attenzione di chi legge. Forse manca, per quelli che sono i miei gusti, un po’ di pathos, ma ovviamente la mia rimane una valutazione soggettiva. La regola del rischio, a mio parere, è un ottimo giallo ben sviluppato e che non ha situazioni inverosimili o forzature, che lo rendano poco credibile e questo, per me, è un suo grande punto di forza. Particolare anche l’idea di ambientare le avventure di Marco Tobia in un luogo assolutamente reale. Spesso si “utilizzano” luoghi di fantasia per meglio adattarli alla storia che si vuole raccontare. In questo caso non è così, tutto è vero e anzi le descrizioni, sempre molto accurate, del lago e dei luoghi che vi si affacciano regalano maggior fascino al racconto. Le varie deduzioni a cui giunge Tobia sono sempre logiche e ben spiegate. Nulla è lasciato al caso ogni situazione trova una soluzione. Il finale rimane aperto per una nuova eventuale storia con protagonista Marco Tobia, ed io mi auguro fortemente che sia così. Complimenti. Nota margine, ma non irrilevante per chi scrive, Severgnini dedica alcune poetiche pagine al grande Torino, perito nella tragedia di Superga; dimostrando di essere, come me, un fervente cuore granata. Grazie anche di questo.
Dettagli
- Genere: giallo
- Editore: Todaro; 1° edizione (3 maggio 2021)
- Lingua: Italiano
- Copertina flessibile: 310 pagine
- ISBN-10:
Una risposta