La prospettiva Nevskij
Punteggiata di negozi e caffè, rutilante e affollatissima, la Prospettiva Nevskijè il fulcro e l’anima di San Pietroburgo. Qui brulica la vita, in un viavai di dame eleganti e gentiluomini baffuti, in un trionfo di luci e di stoffe variopinte: «Non c’è niente di meglio della Prospettiva Nevskij, almeno a Pietroburgo, dove essa è tutto. Di che cosa non brilla questa strada, meraviglia della nostra capitale!». Con una nuova prefazione, Paolo Nori ci conduce alla riscoperta di un testo di culto della letteratura russa, tra i capolavori di Nikolaj Gogol’, dove la magia della città dischiude, specchiandosi nelle pallide acque della Nevà, il suo immortale incanto. Prefazione di Paolo Nori.
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Prima di addentrarci nel contenuto del romanzo in cui Gogol ci delizia con la sua prosa ritengo opportuna qualche notizia storica per consentire al lettore una visuale sintetica dei luoghi che fanno da contorno alla storia. Il romanzo coinvolgerà in una lettura che non lascerà spazio a pause nella ricchezza che traspare dalla descrizione di ambiente e persone.
L’arte di Gogol è di una minuziosità letteraria che offre “preziosità ai suoi scritti”. “La Prospettiva ” si riferisce al viale di oltre 4 chilometri che attraversa Pietroburgo e che avrebbe dovuto collegarla a Mosca che lo zar Pietro 1 volle per celebrare la stirpe dei Romanov e architettata ad imitazione delle grandi capitali europee. In particolare, avendo negli occhi la magnificenza degli sconfinati Champs Elisèe anche Pietroburgo doveva avere una grande arteria che la attraversasse.

“Prospettiva” è una lunga vetrina su cui dalla mattina alla sera, botteghe e negozi offrono ogni genere di merce. Gogol  delinea come dall’alba a sera si diversifica il popolo che la percorre. Su Prospettiva si incrociano ricchi e mendicanti, nobili e straccioni, ufficiali e diseredati. All’alba i mendicanti e a seguire quelli che rappresentano il ceto della società: scolari, impiegati, funzionari, fino che l’avanzare del giorno ne fa palcoscenico per i ceti più abbienti che passeggiano, osservano le vetrine e divengono loro stessi vetrina, dando sfoggio della loro agiatezza.

Lo scrittore si sofferma sugli abiti delle dame che ancheggiano sulla via, delineando la preziosità delle stoffe e dei ricami dei loro abiti. Sfarfalleggiano, sventolando i loro ombrellini ben consapevoli degli sguardi dei baldi giovani che attraggono e ne accompagnano l’incedere. Basterebbero queste descrizioni per rendere il romanzo unico e attrarne la lettura.
Insomma su questo lungo nastro di asfalto transitano coloro che rappresentano il simbolo delle contraddizioni della società russa, con le estremizzazioni delle diversità di ceto. Tali contraddizioni, con modalità e consuetudini diverse permangono in ogni società e epoca. Una prima doverosa digressione riguarda  la circostanza  che “Prospettiva  Nievskij” ispirò una delle più belle poesie musicali del compianto Maestro Franco Battiato che spesso la canto’ in coppia con Alice e che descrive come nello scorrere della giornata dall’alba al tramonto,  Prospettiva  muta luce e  frequentatori. Battiato ci racconta i fatti che coinvolsero la Russia dopo la Rivoluzione di Ottobre, mescolandovi qualcosa di intimista che coinvolge il suo spirito.
Chi non la conosce si emozionera’ nell’ascolto di questa canzone che trova eco nel cuore. Partendo dalla premessa che  Gogol nel suo romanzo evidenzia che a Pietroburgo è tutto un inganno e nulla è ciò che sembra per soffermarmi sul racconto lungo che ha per protagonisti due amici.  Il tenente Pigarov convinto di avere un fascino irresistibile convinto che la divisa e gli alamari dorati lo preserveranno da ogni inganno cadrà invece vittima di un brutale agguato per essersi spinto oltre ogni limite nei confronti di una fanciulla incontrata sulla Prospettiva,  che si rivela essere una donna felicemente sposata. Il pittore Piskarev innamoratosi di una dolce e delicata fanciulla bruna ne scoprirà la natura mercenaria e vivrà nella dimensione onirica la sua realtà amorosa. La fuga nel sonno e nel sogno che lo riporta alla realtà immaginata.

Mi fermo per lasciare ai lettori il piacere di conoscere lo sviluppo della storia.

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