Recensione: “LA FORTUNA DEL PRINCIPIANTE” di Valerio Marra
A cura di Claudia Proietti
“La fortuna del principiante” è l’ultimo lavoro di Valerio Marra, uscito a luglio 2025 per Piemme.
Come per il suo precedente romanzo, “La nuova maestra”, la particolarità di questo testo è quella di essere un giallo illustrato: un ampliamento del genere che sembra avere come scopo quello di ridefinire e ampliare i confini del thriller italiano.
La storia si svolge nel quartiere popolare di Don Bosco, periferia sud-est di Roma, a un passo dagli studi cinematografici di Cinecittà e dal suggestivo Parco degli Acquedotti. Lì, nel pieno del caos urbano e nel groviglio umano rappresentato dalla periferia romana, prende forma la storia il cui protagonista e motore è Guido Audaci, tormentato e traballante investigatore privato. Audaci vive nel disordine impolverato di un ufficio sgangherato che rispecchia appieno la sua persona. Come i personaggi doc del noir che si rispetti, Guido è un uomo malinconico e irrisolto, l’anti-eroe che si trascina avanti con l’anima appesantita da un passato che lo fa soffrire e lo tormenta.
Audaci si trova ad avere a che fare con la scomparsa di un sarto filippino e scopre che la vicenda è collegata a una realtà ben più oscura e inquietante, arrivando fino alla sinistra personalità del boss noto come il “Conte Nero”. Il caso diventa la sua battaglia personale, partendo dai meandri più nascosti e dai testimoni più improbabili che si possano immaginare.
Il nostro investigatore, sgangherato e a suo modo eroico, tra battute autoironiche, situazioni comiche e intuizioni geniali, si trova a barcamenarsi tra i mondi opposti e improbabili di quel labirinto sociale e umano che è Roma. Non una Roma patinata, culla di arte e santità, ma quella ruvida, buia e sporca, popolata da invisibili e da personaggi scanzonati, sconclusionati e veraci, quelli che popolano gli angoli delle periferie e dei quali Guido Audaci si fa voce e, in un certo senso, giustiziere.
La narrazione si snoda attraverso due binari temporali, diversi ma complementari, che portano il lettore a conoscere Guido, esplorando le motivazioni del suo malessere e del suo tormento, e allo stesso tempo a seguire la serrata indagine su cui si trova a lavorare.
Lo stile di Marra è rappresentato da una narrazione incalzante che fa ridere, riflettere e a tratti sussultare, con un equilibrio sempre garantito di battute divertenti, riflessioni profonde, colpi di scena e quella malinconia tipica del noir urbano. Come già anticipato, uno degli elementi più originali e particolari di questo romanzo è quello di essere impreziosito dalle tavole illustrate del duo Ale+Ale, al secolo Alessandro Lecis e Alessandra Panzeri. Le immagini, simili a “pause visive”, sono sapientemente create per descrivere quelle evocate dalla storia e aggiungono, alla prosa già evocativa, un ulteriore messaggio visivo che si traduce in un vero e proprio plus narrativo, arrivando al lettore come un vero e proprio pugno allo stomaco che si va ad aggiungere a quello espresso dalle parole.
“La fortuna del principiante” è un romanzo disincantato e potente che mostra la bellezza più estrema della periferia, in particolar modo quella di Roma, dove il crimine e l’umanità si confondono in un elemento indistinguibile e dove allo stesso modo il degrado e la solidarietà rappresentano una realtà inscindibile. Una città che l’Autore conosce bene, non solo perché e la sua ma per averne analizzato e studiato a fondo le varie realtà criminali (segnaliamo anche il suo saggio “La storia di Roma in 100 delitti”, analisi di diversi casi di cronaca nera, dalla banda della Magliana al delitto di via Poma, dal Canaro al caso Varani).
Questo suo ultimo romanzo è un noir con elementi di thriller che si presenta al lettore come un testo sincero. Il suo intento di far riflettere, anche con intermezzi ironici e apparentemente leggeri, non è pregno di una morale distaccata e ipocrita, ma arriva vero, diretto, ruvido e onesto in tutte le sue sfaccettature.
L’elemento sociale, le ambientazioni metropolitane, i personaggi malinconici in cerca di redenzione lo rendono molto indicato per chi cerca una lettura che, pur essendo molto originale nella forma, riporta i classici del genere, senza volerli imitare, ma in parte rivisitandoli sotto la lente dei nostri tempi e della nostra società.
Guido Audaci ha ancora una missione da compiere, fantasmi da fronteggiare e invisibili da rappresentare e proteggere, e noi non possiamo fare altro che aspettare una sua nuova storia.

