“La danza delle anime” è il secondo romanzo dello scrittore siciliano Giorgio Lupo, che ci riporta sulle orme di Placido Tellurico, vicequestore di Termini Imerese che i lettori hanno conosciuto con “La tana del polpo”.
In questo romanzo, ho riconosciuto le atmosfere sicule care allo scrittore, mai stucchevoli, avvolgenti, profumate, sensuali. Lupo ci racconta una Sicilia che si fa vedere tra le pagine con i suoi profumi e le sue contraddizioni, ci fa assaporare la ricotta dolce dei cannoli, e arrabbiare per il male che si nasconde nell’animo di alcuni personaggi.
Tra le righe, emerge uno scrittore maturo, che non ha paura di raccontare da dentro il suo personaggio, le sue fragilità, la sua umanità. La forza di questo romanzo è proprio il suo protagonista, come viene fuori dalla penna dell’autore, così irripetibile e unico tra i tanti personaggi in divisa di cui sono costellate le pagine del giallo italiano.
Non si può non amarlo e perdonare quei suoi modi così diretti e schietti, e ammirare in segreto la sua sincerità, il suo fregarsene delle convenzioni e delle procedure.
La trama spicca per l’originalità dei luoghi: quasi tutte le scene si svolgono su una nave da crociera che è approdata al porto di Termini Imerese. In occasione del viaggio inaugurale, la famosa cantante Robertina Taormina sarà l’ospite d’onore e canterà la canzone che l’ha resa celebre. Ma sarà la sua ultima esibizione, perchè la cantante morirà proprio durante l’esibizione, lasciando sgomento il pubblico riunito per far festa e tutto l’equipaggio.
Non convinto che si tratti di una morte naturale, Tellurico vuole far luce su quello che a lui sembra un caso di omicidio, indagando sul passato della cantante, incappando tra le braccia della sensuale Angelica, la nipote di Robertina, tanto bella quanto cinica e calcolatrice.
La scrittura di Lupo coinvolge il lettore facendo leva sul suo inconscio, avvicinando così tanto il lettore al protagonista da fargli provare sulla propria pelle la sensazione dell’aria che soffia sul ponte, il sapore delle labbra di Angelica, la frustrazione di essere così vicino alla soluzione per poi sentire tutte le certezze sfuggire dalle dita.
Ho apprezzato molto i capitoli sul passato, con un punto di vista tutto femminile. Arricchiscono la storia e regalano alle pagine un taglio originale e al contempo vintage che si sposa così bene con il giallo. Anche il cambio di narrazione e punto di vista invece di “interrompere il filo” rende tutto più fluido e interessante, come un buon film che ha avuto non solo un bravo regista, ma anche un ottimo montatore cinematografico.
Anche se si tratta di un giallo, e quindi non è d’obbligo approfondire gli incontri d’amore, ho apprezzato tanto il voler raccontare fino in fondo le scene di sesso. Tellurico non si risparmia in passionalità, in nessuna delle sue azioni, e qualsiasi forma di censura, sarebbe stata una nota stonata. Ben dosate e mai volgari rendono il romanzo anche un po’ piccante, e quindi ancora più realistico e credibile.
Consiglio la lettura di questo romanzo non solo a chi ama i gialli, ma anche a chi vuole leggere un buon romanzo ambientato in un luogo denso di calore e passione, la Sicilia appunto, restando sempre in allerta per sbrogliare le matasse di una trama ben costruita.