Karolus. Il romanzo di Carlo Magno
25 dicembre 800. Sono passati tre secoli da quando Roma ha cessato di esistere: nella pur turbolenta storia della Città Eterna, nessuno ormai immaginava che ci potesse essere un altro imperatore. E invece, nel giorno di Natale di un secolo appena nato, il Papa sta per proclamare un nuovo sovrano. Un nuovo Cesare. A ricevere la corona è Karolus Magnus, Carlo Magno, primogenito della stirpe dei Carolingi. Come è arrivato Carlo su quel trono? Per qualcuno che si è meritato, ancora in vita, l’appellativo di Magno la risposta dovrebbe essere scontata. E se invece la strada che porta a quella notte di Natale fosse lastricata non solo di coraggio, battaglie e trionfi, ma anche di complotti, intrighi e sangue? Se tra i fasti delle vittorie si nascondessero troppi segreti? Attingendo a una sterminata storiografia, Franco Forte ricostruisce in forma di romanzo le gesta del celebre sovrano, dalla primissima infanzia agli ultimi, intensi istanti di vita, immergendoci nel racconto di un’avventura irripetibile, segnata da sfide, successi e amori, ma anche da dubbi, rimpianti, dolorosissime perdite e ancor più struggenti addii. Che cosa si agitava nel cuore di Karolus, il grande condottiero, quando si preparava a diventare reggente unico del Sacro Romano Impero? Quali sogni – e quali incubi – ne popolavano l’animo?
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Recensione a cura di Marianna Di Felice

Il libro storico funziona proprio come una macchina del tempo che ripercorre le gesta, le decisioni e i comportamenti dei personaggi che hanno arricchito la nostra storia cambiando le sorti del mondo. Leggere dei libri storici come Karolus, è leggere la storia leggermente romanzata su basi veritiere che altrimenti si dovrebbe leggere sotto forma di saggi che forse non sono digeribili, allo stesso modo dei primi, per tutti. Invece nella forma romanzata gli eventi scorrono veloci sotto gli occhi dell’affamato lettore, o dovrei dire fin troppo veloci in effetti. Ho avuto l’onore di leggere Karolus, ultimo lavoro dell’autore Franco Forte prima della sua uscita, che ci sarà il 17 gennaio, e sono rimasta impressionata dalla velocità di lettura impiegata nonostante il libro contenga notevoli informazioni. Ho accompagnato la lettura di questo grande romanzo a cartine geografiche dell’epoca e ad informazioni sui personaggi per risvegliare la memoria scolastica su ciò che leggevo. Con Karolus si ripercorre la vita del Re dei Franchi nonché Imperatore del Sacro Romano Impero che teneva testa all’Impero Romano d’Oriente o Impero Bizantino e a tutti quei popoli che cercavano di affievolire la sua autorità e il suo regno. Naturalmente la storia di Carlo Magno si studia a scuola, ma quello studio non va in profondità come lo fa il libro in questione perché di solito attraverso quegli studi si tengono in memoria solo accadimenti e date e si va oltre senza attuare una vera ricerca sul personaggio, ma il Karolus in questione ha fatto la storia e merita un approfondimento simile al lavoro fatto dall’autore. Carlo Magno ha un ruolo importante nella storia perché ha creato le basi dell’Europa, senza di lui sarebbe andata diversamente davanti alla voglia di conquista di molti popoli del Nord e dell’Oriente a causa dei quali non ci sarebbe stato quell’Occidente che conosciamo. E il 25 dicembre dell’800 nella Basilica di San Pietro a Roma fu incoronato, all’età di 58 anni, Imperatore del Sacro Romano Impero. Un titolo altisonante per un Re dei Franchi, figlio di Pipino il Breve,  che aveva raggiunto un grande dominio, che era il braccio armato della Chiesa e che si ispirava all’Impero dei precedenti Romani. Un uomo che aveva creato la dinastia Carolingia sulle basi di quella Merovingia, due dinastie importanti per l’Occidente. Il precedente Impero che Karolus teneva a mente, quello Romano, era finito in rovina per le divisioni di cui era stato protagonista e per le invasioni che non gli davano tregua perché un regno diviso può essere più debole. E il succitato Re e Imperatore fu in disaccordo con suo padre Pipino il Breve quando divise il Regno Franco tra lui e suo fratello Carlomanno perché i frazionamenti possono portare a indebolimenti e sconfitte, serviva una figura unica a capo dei Franchi che fosse incisiva e conoscesse strategie militari. Carlo è stato etichettato da molti come un illetterato, ma per come ha magnificato il suo regno gli può esser perdonata questa mancanza del latino e di cultura che per lui non era importante visto che gli interessavano le conquiste che si ottenevano con guerre e battaglie e quindi era necessario saper usare le armi, avere astuzia e tattiche militari per vincere. Scorrendo le sue gesta e la sua vita nel libro sembra di leggere quelle di una persona comune, una persona normale che fece grandi cose e diventò un grande Re prima e Imperatore poi. Seppur aveva una forte tempra e voleva che tutti lo trattassero con il dovuto rispetto essendo un nobile, in molte occasioni era fin troppo umano. Braccio armato della Chiesa, praticamente era la mano sinistra di Dio mentre respingeva i pagani senza sosta e cercava di allontanare il più possibile il suo regno dalle fauci fameliche dell’Impero d’Oriente che cercava nei panni della Basilissa Irene le sue simpatie. Manipolato dalla madre per questioni politiche mogli comprese, consigliato dall’amata sorella Gisela e da alcune spose che avevano capacità tali da recargli suggerimenti nonostante la giovane età, affiancato dal suo grande guerriero e amico Irmin, fiaccato dalle continue scorrerie di chi non voleva in nessun modo sottostare alla sua volontà anche se aveva giurato di farlo, Carlo non aveva avuto un momento di pace tanto che le continue guerre e le preoccupazioni per tenere unito il suo Impero lo avevano allontanato dai suoi figli. Si rese conto di non conoscerli e di non averli abbracciati proprio perché quell’Impero che aveva costruito gli portava via energia e tempo. Sinceramente ho letto questo libro emozionandomi molte volte e ho apprezzato ancora di più la già stimata figura di Carlo. La scrittura dell’autore è lineare e fa entrare nel cuore del lettore i personaggi del romanzo, sembra come un accompagnatore che rimane nell’ombra e che presenta la realtà di quei tempi facendo si che il lettore possa vedere realmente ciò che accadde. L’autore ha un altro grande merito quello di aver parlato del primo sangue definizione che riguarda sia il debutto in battaglia sia l’avvio all’età adulta delle giovani e future spose. Il primo sangue in battaglia era la parte cruenta che serviva per farsi le ossa, per capire come funziona una guerra che spettava ai maschi nobili com’era successo a Carlo e a suo fratello Carlomanno, quando il primo scalpitava per esser portato dal padre sul luogo degli scontri e non vedeva l’ora di fornire idee strategiche e il secondo invece si mostrava distratto e apatico. In quel caso si poteva vedere chi aveva davvero le qualità giuste per mantenere un regno. Il primo sangue delle giovani invece riguardava le fanciulle che venivano presentate al Re, o ad altri nobili, per sposarle e generare figli perché la dinastia era importante e dovevano generare molti figli per sperare di portarla avanti. Praticamente dopo il primo sangue, che veniva loro, erano pronte per diventare madri e nel caso delle spose di Carlo avevano anche dimostrato di esser in grado di avere ottime qualità organizzative e di ragionamento seppur fossero decisamente giovani. Le parti più commovente riguardano il rapporto con i primi figli avuti in assenza di matrimonio rispettando la pratica franca del friedelehe, come avevano fatto Pipino il Breve e Bertrada di Laon, e la pestilenza insieme ai pensieri di un Imperatore che chiede a Dio il perché di tutto quello che gli sta succedendo e la delusione per un figlio che non risponde ai suoi appelli. Karolus è un romanzo che intriga, che dà la possibilità di studiare ulteriormente la figura del protagonista e di tutto quello che ha creato insieme alle reazioni di chi lo riteneva un nemico ed è un romanzo che coinvolge il lettore. Faccio i complimenti all’autore che ha reso giustizia alla figura dell’Imperatore Carlo Magno.

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