Recensione di Elio Freda
Inizio con lo scrivere quello che è in assoluto, a parer mio, il punto di forza di questo romanzo: il coinvolgimento emotivo che il lettore prova con il personaggio.
Scritta così sembra banale, anche perché questo è lo scopo principale di qualunque Autore, una sorta di contratto non scritto con il lettore.
Il protagonista è la finestra sulla storia ed è proprio attraverso le sue azioni e reazioni, i suoi pensieri e le sue emozioni, siamo catapultati nell’universo narrativo.
La sfida di Dan Wells è di avere come protagonista per il suo romanzo d’esordio, un ragazzino etichettato come sociopatico, un essere che non prova sentimenti verso il prossimo ma che riesce a rendere empatico il lettore nei suoi confronti.
Wells trasmette al lettore la difficoltà nel non riuscire a provare un sentimento in contrasto con una ragione che è in grado di elaborare ciò che , in una determinata situazione, sarebbe stato il sentimento e il comportamento di chiunque in accordo con un codice etico e morale condiviso dalla maggior parte degli esseri umani.
John Wayne Cleaver ha il nome di un attore ma anche quello di un serial killer ed è proprio questo l’aspetto che lo preoccupa di più. Sa di avere un mostro dentro di sé pronto ad uccidere e cerca in ogni modo di confinarlo lì. Sa di essere malato ma ha ancora la lucidità per capire cosa è corretto da cosa non lo è.
La trama scorre via velocemente, lo stile è diretto e asciutto, senza fronzoli. Le ambientazioni svolgono egregiamente la loro funzione, gettando luci ed ombre che aumentano il grado di suspence e mettono in evidenza lo stato emotivo del ragazzo.
Sullo sfondo la volontà di dominare le proprie pulsioni per avere un ruolo codificato nella società, il violentare la propria natura perché malvagia e l’oscuro destino di non poter vivere la propria esistenza a pieno. Per quanto tempo riuscirà John Wayne Cleaver a domare il mostro che alberga dentro di se?