Il volo della civetta
Sicilia. Nella piccola parrocchia di San Nicolò, a Venetico, è custodita l’unica copia esistente al mondo del volto di Cristo. È un’opera inestimabile e nessuno ha mai avuto il permesso di fotografarla. Nonostante pochissimi conoscano il suo reale valore, il Volto Santo viene rubato. Sul furto indaga la squadra formata dai carabinieri Michela Giorgi, maresciallo della sezione Tutela del Patrimonio e Giacomo Vella, maresciallo, detto l’Islamico. Insieme a loro, come consulente, il critico d’arte Francesco Spagnolo, amico d’infanzia dell’Islamico ed ex amante di Michela. Il caso si complica quando il professor Giordano viene trovato morto, con le mani mozzate. Sotto i moncherini, qualcuno ha lasciato delle foto del Volto Santo. Tutto farebbe pensare a un omicidio di stampo mafioso e a un furto su commissione, ma l’Islamico e Giorgi non sono convinti. L’indagine si complica quando scompare nel nulla anche un giovane blogger con la passione dell’arte. Tra depistaggi, intuizioni e omertà la squadra dell’Islamico arriverà al fondo di una vicenda che sconvolgerà le vite di tutti. Sullo sfondo di una Sicilia aspra e dolce, la vicenda dei giorni nostri si intreccia con quella, ambientata tra il 1624 e 1625, di Vincenzo Bellini, artista messinese a cui il papa chiese di dipingere una copia del volto di Cristo.
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Nino Genovese ci regala un noir avvincente e colmo di colpi di scena. Una trama emotivamente accattivante fa da sfondo ad un Paese ancora intriso dalla piaga della malavita.  La vicenda si snoda intorno al furto di una preziosa reliquia religiosa raffigurante il volto di Cristo; ed è proprio da qui che partono le indagini del maresciallo dei carabinieri Michela Giorgi insieme al collega Giacomo Vella e allo studioso e critico d’arte Francesco Spagnolo. Insieme seguiranno le tracce del dipinto basandosi su un terribile omicidio dalle mani

 

mozzate . E se fosse tutta opera della mafia locale? Lo scenario viene ben descritto nei minimi dettagli, nulla viene lasciato al caso. Ogni minimo particolare presente all’interno della storia rappresenta il tassello di un grande puzzle da ricomporre. Come spesso accade, inaspettatamente senza rifletterci; la verità si trova proprio sotto i nostri occhi . Genovese ci porta nella sua terra natìa che dopotutto è anche la mia. Nomina figuranti  che esistono davvero nella realtà cittadina di ogni giorno; luoghi antichi dei quali puoi sentire ancora l’inebriante aroma di sacro.  Tutto questo è racchiuso in un giallo dalla trama serrata che si snoda facilmente tra presente e passato illustrandoci con abile maestria le conoscenze artistiche dell’autore che ha saputo mostrare estrema dimestichezza nei vari collegamenti storici e sconvolgendoci con un improvviso finale che lascia davvero senza fiato.

<<In quel momento una civetta bianca sorvolò sopra le loro teste. Francesco si alzò in piedi e indicò il cielo.

L’ hai vista anche tu?

– Sì.

Antonino Genovese Il volto di Francesco si incupì. – Lo sai che ogni volta che ne vedo una nella mia vita succede qualcosa di grave?>>

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