Il vicino di casa
I Langley, padre, madre e figlio adolescente, vengono uccisi in casa propria. Il giorno dopo, alla scoperta del massacro, i Cutter – di nuovo: padre, madre, figlio adolescente – testimoniano di non aver sentito alcun rumore. La vicenda è scioccante: i Langley erano gente “normale”, perché sono stati trucidati a quel modo? Forse si è trattato solo di una tragica fatalità, i Langley si sono trovati al posto sbagliato al momento sbagliato e sono rimasti vittime di un pazzo sanguinario. Ma nella mente di Jim Cutter si fa largo un pensiero terribile: e se gli assassini avessero sbagliato casa? Se il vero bersaglio fosse la sua famiglia? Un’ipotesi assurda, ma impossibile da escludere del tutto. Forse sua moglie o suo figlio celano segreti tali da giustificare una vendetta tanto atroce. Segreti di cui lo stesso Jim sarebbe all’oscuro. Pur di scoprirli, l’uomo sarà disposto a mettere in discussione la fiducia verso la sua famiglia e iniziare una scomoda indagine personale.
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Il vicino di casa è il secondo romanzo scritto da Linwood Barclay nel lontano 2007 ed edito in Italia da Piemme nel 2012.

Nonostante la sua “età” si tratta di un romanzo più che godibile per gli amanti del thriller soprattutto per le capacità narrative dell’autore statunitense (naturalizzato canadese), un vero maestro del genere.

Ho molto apprezzato lo sviluppo dei personaggi in questa storia, meno la trama che mi ha lasciato più di qualche perplessità. Nel complesso tuttavia il romanzo è più che godibile, ha un ritmo serrato e una successione di eventi che destano curiosità e mantengono intatta la voglia di tornare a sfogliare le pagine per conoscere la conclusione della storia.

Una famiglia viene sterminata e pian piano gli scheletri dai vari armadi dei personaggi iniziano a venire fuori: sembra esserci più di un motivo per aver colpito quelle persone.

O forse nessuno.

Come d’obbligo per il thriller, l’autore cerca di gettare fumo negli occhi del lettore, di depistarlo, chi indaga incastra personaggi estranei ai fatti al solo scopo di risolvere il caso e secondo me questa è la parte meno convincente del romanzo, quella in cui si sarebbe dovuto fare di più. Non ho percepito la forza del movente e per questo motivo ho letto il romanzo certo che gli “incastrati” sarebbero presto (e troppo facilmente) stati scagionati.

Resta comunque un ottima prova da consigliare senza minimo dubbio agli amanti del genere e a chi non si è ancora imbattuto nella lettura di questo autore che merita senz’altro per le sue indubbie qualità soprattutto nel creare e mantenere viva la tensione per oltre 400 pagine.

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