Un thriller ambientato nel futuro, ma che rispecchia il presente per i tanti temi attuali affrontati.
Il clima: Il rumore del ghiaccio è una previsione di ciò che accadrà tra nemmeno troppi anni?
Energia nucleare: scelta giusta o sbagliata? Un argomento importante, una soluzione che potrebbe risolvere le attuali difficoltà energetiche, ma potrebbe costituire anche una minaccia per la nostra esistenza.
La libertà di stampa: è giusto pubblicare notizie che scatenerebbero il panico generale? E quanto si è disposti a pagare per scrivere verità scomode?
Il rumore del ghiaccio tocca anche una sfera privata e dolorosa. Quando il nostro destino è segnato, come si fa a rimediare agli errori del passato e recuperare affetti ormai perduti?
Tante vicende che si rincorrono e danno vita a emozioni diverse.
Siamo nel 2051, il clima è notevolmente cambiato. Si passa da un caldo asfissiante dove non possono esistere forme di vita a un freddo gelido, con tempeste di neve e ghiaccio. La Scozia, indipendente dal Regno Unito, sta vivendo un inverno glaciale e proprio in mezzo al gelo viene trovato il cadavere di Younger, un giornalista.
Il detective Cameron Brodie si reca sul posto per investigare. È un esperto di montagne, ne ha scalate parecchie, ma il motivo che lo spinge a rendersi volontario per l’indagine è che lì vive la figlia Addie, con la quale non ha più contatti da molti anni.
Come ribadito all’inizio sono molti i temi trattati, ma ovviamente il filo conduttore riguarda la ricerca dell’assassino, ma un argomento parallelo è costituito dall’amore in tutte le sue forme: quello di un uomo per la donna della sua vita, l’amore paterno, quello di una figlia verso un padre, sentimento quest’ultimo tenuto segregato nel cuore e nascosto fino alla fine.
È proprio il caso di dire una valanga di emozioni e sullo sfondo un’ambientazione che lascia stupiti per la veridicità con cui viene descritta. I ghiacciai, le montagne innevate, il paese gelido sferzato da tempeste di ghiaccio e neve. L’autore riesce a costruire i luoghi con una tale maestria che fa percepire il gelo al lettore. E quando nelle case c’è il camino acceso, il tepore è immediato, ci si riscalda e si respira tra un colpo di scena e l’altro.
Siamo proiettati nel 2051, con dei flashback nel 2023, ma quel periodo non viene presentato solo attraverso aspetti negativi: la tecnologia ha fatto passi da gigante. Siamo circondati da taxi ad acqua e i velivoli decollano e atterrano in verticale. Piccoli aerei pilotati dall’intelligenza artificiale, da un computer. Mi chiedo: chi avrebbe il coraggio di affidare la propria vita a una macchina virtuale? Certo, potrebbe essere più affidabile di un essere umano… ma non so se mi sentirei tranquilla sapendo che sono nelle mani di un cervello elettronico. Le anomalie sono sempre in agguato…
Accompagnati da scenari e ambientazioni a metà tra il fantastico e il reale Peter May ci guida alla ricerca della verità. E si ripresenta il tema più classico: davanti ai soldi e al potere nessuno si ferma, gli uomini non si fanno scrupoli, la politica insabbia le vicende più scomode e “le colpe” rimbalzano dall’uno all’altro. La soluzione pare lontana, inafferrabile, ma Brodie non ha più nulla da perdere e vuole la verità.
La suspense è sempre alta, come nei migliori thriller, ma quello che ho amato in questo romanzo è il sentimento trattato in tutte le sue forme, con i protagonisti che, quasi senza rendersene conto, si troveranno a spezzare il ghiaccio che circonda i loro cuori.