Il più crudele dei mesi è il terzo libro della serie dedicata all’ispettore capo Armand Gamache, un rappresentante delle forze dell’ordine che, nonostante la determinazione sul lavoro, stupisce per la profonda umanità.
Il personaggio principale è, come detto, Gamache, ma come negli altri due romanzi, l’autrice riesce a descrivere il villaggio di Three Pines, dove è ambientata la vicenda, in un modo talmente dettagliato da renderlo protagonista. Un paese di dimensioni ridotte, in una posizione isolata nella campagna del Québec, sferzato dal freddo. Nonostante ciò il calore della piccola comunità si percepisce in ogni pagina, così come l’atmosfera calorosa delle strade e dei negozietti. La vecchia casa abbandonata è il luogo chiave della storia, il Café di Gabri e Olivier, la libreria di Myrna, i parchi e i giardini costituiscono un rifugio dove incontrarsi e riflettere.
Il più crudele dei mesi non è solo un giallo, ma anche un ritratto di una collettività con sentimenti e segreti.
Una seduta spiritica nata quasi per gioco si trasforma in una tragedia. Con la morte di Madeleine emergono impulsi e passioni non sempre positivi: amore, affetto, felicità ma anche invidia, solitudine e insoddisfazione.
Il tema principale affrontato è quello della felicità. Si può godere della gioia altrui? Fino a che punto ci si può spingere quando emerge la consapevolezza di avere trascorso una vita non gratificante? Il lavoro può sopperire alla mancanza di soddisfazioni nella vita privata?
Gamache è un uomo saggio, riflessivo. Ispira fiducia e rispetto nei suoi colleghi, ma è vulnerabile e tra queste pagine si trova a fare i conti con verità che mai avrebbe voluto scoprire. Realtà che lo faranno soffrire, che lo metteranno di fronte a scelte che mai avrebbe pensato di fare.
Il più crudele dei mesi: aprile, l’inizio della primavera. Un periodo con un clima imprevedibile, giornate tiepide si alternano a tempeste di ghiaccio. Proprio come il cuore di Armand. Dal calore della famiglia, di un lavoro che ama, si passa alla bufera di scoprire un tradimento.
Una tensione narrativa portata all’estremo, non solo per un colpevole da trovare, ma soprattutto per le vicende umane. Amicizie che si sgretolano, rapporti che parevano consolidati e si rivelano generati da sentimenti negativi. Una serie di personaggi unici, affascinanti per la loro complessità. L’autrice riesce a descrivere nel dettaglio anche le figure secondarie, scava nella loro umanità e riesce a renderle reali.
Beauvoir è il braccio destro di Gamache, un ispettore leale e determinato. Un personaggio ricco di sfumature, che si trova ad affrontare battaglie personali e professionali.
Accanto alle istituzioni e agli abitanti, un ruolo di spicco è quello di Ruth Zardo, un’anziana scorbutica che parla con le sue oche. Un personaggio eccentrico che rende il villaggio ancora più reale.
Un susseguirsi di emozioni, un’esplorazione delle caratteristiche umane che fanno riflettere il lettore. Tensione, empatia, paura e tristezza si fondono e sfociano nel più nobile e dimenticato dei sentimenti: il perdono.