Barbara Baraldi è ormai da anni una delle più apprezzate autrici di thriller del panorama letterario italiano grazie al personaggio di Aurora Scalviati e non solo, si è contraddistinta in tante opere degne del suo curriculum, oltre a scrivere sceneggiature di fumetti per la serie dedicata a “Dylan Dog”.
Ma i lettori che conoscono bene l’autrice originaria della Bassa Emiliana sanno fin troppo bene che ha la grandissima capacità di stupire, riservando come sempre inaspettate sorprese.
Ultima pregevole opera uscita nel marzo 2023 per la Giunti editore si intitola Il fuoco dentro è un romanzo dedicato a una delle indiscusse regine del rock’n’roll, Janis Joplin.
Fino agli anni 70, anno della sua morte, non vi erano mai state artiste femminili del suo calibro prima di lei.
Barbara Baraldi ripercorre le gesta della cantautrice, grazie a un lavoro di cesello e di certosina documentazione dando sempre quel tono noir.
La storia di Janis Joplin ha i suoi lati oscuri, ma per raccontarla nel miglior modo possibile bisogna partire dall’inizio, dal 19 aprile del 1943, anno in cui è nata. Era di Port Arthur in Texas, figlia di Dorothy Bonita East e Seth Ward Joplin. Aveva due fratelli Michael e Laura.
Janis aveva il dono del canto già da ragazzina, ma nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe diventata una leggendaria performer, nemmeno quei genitori che, anche quando Janis stava per diventare famosa e suonava con la sua band, i Big Brother, le hanno voltato le spalle per sempre, non volendo che intraprendesse la sua carriera artistica e che si dedicasse agli studi per poter ambire a un posto di lavoro decoroso nella società.
La sua città natale non le ha dato scampo e Janis è stata una ragazza in fuga, per anni è stata vittima di bullismo per il peso e per l’acne, ma la sua vendetta o meglio la sua rivincita si è concretizzata nel dimostrare la grande capacità artistica che diventerà un rifugio dal dolore e dalle sofferenze che la vita le ha dato in modo incessante facendole pagare un prezzo troppo alto, di lasciarci a soli 27 anni a causa di una fatale overdose.
La morte di Janis Joplin rimarrà per sempre un mistero, più che altro la ricostruzione dei suoi ultimi attimi di vita lascerà dei sospetti.
Genio e sregolatezza, una vita caratterizzata da droghe e alcool portata all’autodistruzione, ecco perché Il fuoco dentro rappresenta quella disperata voglia di liberarsi da quei malesseri interiori e dalle sue inquietudini che andavano a scalfire quel desiderio di essere una ragazza come tutte le altre e di trovare un amore nuovo. David Niehaus, un insegnante conosciuto a Rio De Janeiro, resterà per la ragazza un sogno mai realizzato, anche per le avversità che le hanno tragicamente segnato la vita. Janis voleva mantenere la promessa fatta al ragazzo, di ripulirsi definitivamente dalle droghe, ma il destino le è stato beffardo.
Nella sua carriera incrocerà artisti del calibro di Jim Morrison, il loro primo incontro avvenne nell’estate del 1969 a un party a Hidden Hills, un rapporto che si rivelerà spigoloso tanto che l’artista di Port Arthur spaccherà una bottiglia in testa al povero Jim.
Con Jimi Hendrix, c’era quasi un sodalizio a tutti gli effetti, erano buoni amici, quasi fratelli e avevano le giuste affinità, entrambi condividevano quel desiderio di ribellione, una vera intesa che li rendeva tremendamente puri e sinceri.
L’incontro fugace al Chelsea Hotel con Leonard Cohen per certi versi del tutto insolito, se Janis era quel concentrato di fragilità e rabbia al tempo stesso, al contrario il cantautore canadese rappresentava quel senso di malinconia nota del poeta. Una sola notte in cui si sono conosciute due persone completamente differenti nel loro stile e nel loro modo di essere. E’ sembrato come fare l’amore con uno sconosciuto e poi sparire nel nulla, qualcosa di unico e delizioso, una notte che forse nemmeno loro si sarebbero mai aspettati.
Attraverso un romanzo biografico, Barbara Baraldi si è messa sulle tracce di Janis Joplin grazie a una narrazione limpida capace di scavare anche nell’immaginazione disarticolando la realtà dalla fantasia ma andando alla ricerca della sonorità della voce di Janis che si concretizzava nel saper interpretare in modo magistrale le sue canzoni.
Rabbia, frustrazione, passione, fuoco che arde dentro, che brucia e consuma rendendo Janis Joplin non solo l’icona del rock degli anni 70, ma una figura irresistibile quanto geniale.
Il sommo filosofo, scrittore e critico letterario francese, Ernest Hello diceva: “ il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può”. Il genio è la perfezione senza avere la capacità di accorgersene, si guarda nello specchio senza incontrarsi mai e proprio come Janis Joplin, se si ritrova una delle tante cicatrici, non si ricorderà chi dei tanti stronzi è stato a procurargliela e non ci farà alla fine nemmeno poi tanto caso. Rimarrà sempre nell’incomprensione più totale.
Riconosco all’autrice emiliana con la sua profondità e sensibilità di aver saputo accarezzare questo indimenticabile personaggio, di averlo fatto rinascere per l’ennesima volta. Janis Joplin rappresenta quella candela che non si sarebbe voluta mai spegnere.
Prima che il vento spegnesse definitivamente quella piccola candela, mi piacerebbe ricordare l’artista con un brano tratto dall’album Pearl che uscì un anno dopo la sua morte, nel 1971.
Il brano fu registrato il 5 Settembre 1970 e si intitola Cry Baby, a voi l’ascolto: