Il covo di Lambrate
Le truppe Alleate sbarcano in Sicilia per liberare l’Italia dal dominio nazifascista. È l’avvio dell’ultima fase della seconda guerra mondiale, quella che segnerà il crollo del fascismo. Il soldato semplice Roger Miller, della seconda brigata canadese, sbarca sulla costa dell’Ambra e combatte nella zona di Pachino. Pochi giorni dopo partecipa alla liberazione di Agira, paese dell’entroterra siciliano. Durante un momento di riposo, segnato dalla festa per la liberazione della città, incontra una giovane e bellissima contadina siciliana, Concetta Lauria. L’amore li sorprende in tempo di guerra, dove il confine tra la vita e la morte è dato dal soffio della casualità. SICILIA & MILANO 2010. Concetta Lauria ormai anziana, incarica un noto ed esperto docente di storia, il professore Moreno Palermo, di cercare notizie di quel giovane soldato canadese, disperso sul fronte italiano nel 1944, e del quale non ha saputo più nulla. Roger Miller ha lasciato un segno indelebile nel cuore di Concetta, lasciandole il dono di una bella bambina, Stella, nata nel 1944, e un’enorme nostalgia mai sopita. Sentendo avvicinarsi la fine della propria esistenza la donna vuole scoprire la verità sulla sorte di Roger. Sara, nipote di Concetta, dalla carnagione e dai lineamenti che ricordano Miller, segue il professor Palermo nella ricerca della verità. Tra i due scoppierà un grande amore anche se Sara è sposata e ha due figli. Seguendo le tracce del soldato fino in Toscana, e grazie all’aiuto di un sito che svela i segreti nascosti del regime e porta alla luce la presenza di centinaia di campi di prigionia fascisti, lo studioso arriverà ad individuare nelle campagne del sud-est milanese la presenza di luoghi dove sono stati segregati, come schiavi nei campi, molti prigionieri canadesi, in aziende agricole fedeli al regime. Durante una di queste ricerche il professore viene aggredito. Stessa sorte tocca al suo giovane assistente Marco Rossi che viene rapito durante uno scontro a fuoco nel quartiere di Lambrate, a Milano, davanti alla ex sede della fabbrica Innocenti. Il commissario Lorenzi incaricato delle indagini si troverà coinvolto in una complicata indagine, dalle mille sfaccettature, che scava nei meandri laceranti della storia del nostro Paese, alla fine del conflitto. Ma chi è realmente il vecchio Italo Merlin, proprietario terriero dal carattere violento e pericoloso? Che ruolo hanno i suoi due anziani figli Galeazzo e Pierino in tutta la vicenda? Cosa si nasconde tra i vecchi fabbricati della cascina Merla nelle campagne tra Paullo e Caleppio di Settala? Che storia nasconde Maruska, fuggita dal tremendo conflitto nei Balcani? Cosa significa la presenza di un potente capo della ‘ndrangheta negli affari dell’azienda agricola? Che attività svolge un capitano dei carabinieri legato a poteri occulti? Saranno il commissario Lorenzi e i suoi uomini, con il prezioso aiuto di Cristina giornalista di Radio Popolare e della sua assistente Marta Jovine, a trovare la soluzione al caso scavando nei momenti più bui e putridi della storia del nostro Paese al momento della caduta del regime fascista, quando anche i neri più convinti cambiarono casacca pur di salvarsi dal prezzo che dovevano pagare all’Italia libera e democratica.
Il commissario Lorenzi e il prigioniero scomparso

Recensione a cura di Dario Brunetti

Il nuovo romanzo “Il covo di Lambrate” si divide tra noir e giallo trovando una contestualizzazione storica nel periodo della fine della seconda guerra mondiale.
Siamo nel 1944 e in Sicilia sono sbarcate le truppe alleate per fronteggiare e liberare l’Italia dal regime nazifascista; il romanzo parte con l’incontro tra il soldato canadese Roger Miller e la splendida contadina siciliana Concetta Lauria, che si innamora perdutamente e gli dà in dono una bambina di nome Stella. Ma l’amore è come il vento, se lo porta via, e questa volta in circostanze misteriose perché si sono incredibilmente perse le tracce del bravo soldato dall’animo gentile. Così dopo 66 anni, e precisamente nel 2010, Concetta Lauria diventata anziana, non si rassegna alla prematura scomparsa di quell’amore perduto, e coinvolge un esperto e docente di storia Moreno Palermo, che riesce a localizzare il punto.
Le campagne del sud- est milanese potrebbero essere i luoghi in cui furono tenuti prigionieri dei soldati canadesi, ma saranno per caso quelli appartenenti alla seconda brigata?
L’indagine del professor Moreno Palermo, coadiuvato dal suo giovane assistente Marco Rossi, comporterà più di un’insidia, soprattutto se dietro c’è un violento e agguerrito proprietario terriero come Italo Merlin dal passato fin troppo oscuro, e qui scendono in campo il commissario Matteo Lorenzi e come sempre Cristina, giornalista di Radio Popolare.
Con una scrittura fluida e del tutto scorrevole, non mancando di quella opportuna incisività, il buon Marchitelli riesce ancora una volta a sorprenderci e contemporaneamente a scuoterci e a farci emozionare, perché questa storia trabocca di una profonda umanità e sensibilità.
Il dolore e la perdita portano allo smarrimento totale, proprio come accade a Concetta Lauria: ripercorrere gli eventi, e ricostruire quegli anni in maniera puntigliosa e certosina, ha dato un’importanza rilevante al romanzo.
Sicuramente c’è il giallo che si mescola con il noir, ma ci sono i fatti narrati e pienamente documentati, come quello dell’esistenza di un sito che mette in risalto la verità riferita ai campi di internamento fascisti, proprio quello a cui fa riferimento il professor Palermo.
L’autore riesce a tenere unito e ben saldo il collegamento tra la parte storica e quella fonte realmente accertata con la vicenda narrata nel romanzo, non uscendo mai da entrambi i contesti, e mi permetto di dire (spezzando una lancia a suo favore) che se nei romanzi precedenti ha calcato la mano sugli avvenimenti che fanno parte di quel tessuto sociale appartenente ai nostri giorni (vedi Sangue nel Redenfossi e Milano non ha memoria) rendendo forse leggermente squilibrato il racconto, è perché ha la grande sensibilità di denunciare le problematiche, dando così una voce ai protagonisti di quelle storie, come se stessero parlando al lettore.
Marchitelli affronta sempre tematiche sociali e il romanzo giallo fa da volano per imprimere maggiore forza, e dando vigore ai fatti che poi si prefigge di raccontare, riesce anche a destabilizzarci e a lasciare il segno, ma questa volta mi ha stupito ancora di più.
Tutte le persone coinvolte in questo romanzo giocano un ruolo fondamentale e sono ben tratteggiati i loro comportamenti: si passa dall’audacia di Cristina che si spinge un po’ oltre mettendo a repentaglio nuovamente la sua incolumità, alla brutalità di Italo Merlin, con la sua sete di potere che lo fa sentire onnipotente, a Concetta Lauria una donna ormai anziana che non ha mai perso la speranza, e a quell’amore indissolubile per il giovane soldato, durato forse troppo poco. Infine il commissario Lorenzi, sempre alla ricerca di quella bisognosa verità e giustizia in cui crede fermamente.
Una trama avvolgente per un romanzo costruito alla perfezione, impreziosito da descrizioni storiche e paesaggistiche, a mio avviso il miglior romanzo dell’autore in assoluto, ci sono tutti gli ingredienti giusti per una narrazione che sa essere dolce e spietata allo stesso tempo.
A chi ha poca memoria della storia di quel periodo questo romanzo è più che consigliato!

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