Recensione a cura di Dario Brunetti
Il nuovo romanzo “Il covo di Lambrate” si divide tra noir e giallo trovando una contestualizzazione storica nel periodo della fine della seconda guerra mondiale.
Siamo nel 1944 e in Sicilia sono sbarcate le truppe alleate per fronteggiare e liberare l’Italia dal regime nazifascista; il romanzo parte con l’incontro tra il soldato canadese Roger Miller e la splendida contadina siciliana Concetta Lauria, che si innamora perdutamente e gli dà in dono una bambina di nome Stella. Ma l’amore è come il vento, se lo porta via, e questa volta in circostanze misteriose perché si sono incredibilmente perse le tracce del bravo soldato dall’animo gentile. Così dopo 66 anni, e precisamente nel 2010, Concetta Lauria diventata anziana, non si rassegna alla prematura scomparsa di quell’amore perduto, e coinvolge un esperto e docente di storia Moreno Palermo, che riesce a localizzare il punto.
Le campagne del sud- est milanese potrebbero essere i luoghi in cui furono tenuti prigionieri dei soldati canadesi, ma saranno per caso quelli appartenenti alla seconda brigata?
L’indagine del professor Moreno Palermo, coadiuvato dal suo giovane assistente Marco Rossi, comporterà più di un’insidia, soprattutto se dietro c’è un violento e agguerrito proprietario terriero come Italo Merlin dal passato fin troppo oscuro, e qui scendono in campo il commissario Matteo Lorenzi e come sempre Cristina, giornalista di Radio Popolare.
Con una scrittura fluida e del tutto scorrevole, non mancando di quella opportuna incisività, il buon Marchitelli riesce ancora una volta a sorprenderci e contemporaneamente a scuoterci e a farci emozionare, perché questa storia trabocca di una profonda umanità e sensibilità.
Il dolore e la perdita portano allo smarrimento totale, proprio come accade a Concetta Lauria: ripercorrere gli eventi, e ricostruire quegli anni in maniera puntigliosa e certosina, ha dato un’importanza rilevante al romanzo.
Sicuramente c’è il giallo che si mescola con il noir, ma ci sono i fatti narrati e pienamente documentati, come quello dell’esistenza di un sito che mette in risalto la verità riferita ai campi di internamento fascisti, proprio quello a cui fa riferimento il professor Palermo.
L’autore riesce a tenere unito e ben saldo il collegamento tra la parte storica e quella fonte realmente accertata con la vicenda narrata nel romanzo, non uscendo mai da entrambi i contesti, e mi permetto di dire (spezzando una lancia a suo favore) che se nei romanzi precedenti ha calcato la mano sugli avvenimenti che fanno parte di quel tessuto sociale appartenente ai nostri giorni (vedi Sangue nel Redenfossi e Milano non ha memoria) rendendo forse leggermente squilibrato il racconto, è perché ha la grande sensibilità di denunciare le problematiche, dando così una voce ai protagonisti di quelle storie, come se stessero parlando al lettore.
Marchitelli affronta sempre tematiche sociali e il romanzo giallo fa da volano per imprimere maggiore forza, e dando vigore ai fatti che poi si prefigge di raccontare, riesce anche a destabilizzarci e a lasciare il segno, ma questa volta mi ha stupito ancora di più.
Tutte le persone coinvolte in questo romanzo giocano un ruolo fondamentale e sono ben tratteggiati i loro comportamenti: si passa dall’audacia di Cristina che si spinge un po’ oltre mettendo a repentaglio nuovamente la sua incolumità, alla brutalità di Italo Merlin, con la sua sete di potere che lo fa sentire onnipotente, a Concetta Lauria una donna ormai anziana che non ha mai perso la speranza, e a quell’amore indissolubile per il giovane soldato, durato forse troppo poco. Infine il commissario Lorenzi, sempre alla ricerca di quella bisognosa verità e giustizia in cui crede fermamente.
Una trama avvolgente per un romanzo costruito alla perfezione, impreziosito da descrizioni storiche e paesaggistiche, a mio avviso il miglior romanzo dell’autore in assoluto, ci sono tutti gli ingredienti giusti per una narrazione che sa essere dolce e spietata allo stesso tempo.
A chi ha poca memoria della storia di quel periodo questo romanzo è più che consigliato!