Ritroviamo Anita Bo un lunedì mattina, strappata al sonno, poco interessata all’organizzazione del suo matrimonio e anzi meravigliata che la madre voglia spendere per il vestito da sposa. … “Come fa a giustificare – a sua madre, ma anche a sé stessa il fatto che di colpo non abbia voglia di un abito magnifico – e per festeggiare cosa, poi?” e ancora, cercando di far ragionare la madre mentre si trovano in una delle case di moda più importanti della città … “A Torino, più puoi permetterti, meno ostenti.”
Anita è felice di andare a lavorare nonostante fra lei e Sebastiano l’atmosfera sia elettrica, sono entrambi consci di quanto sta accadendo fra loro e di quanto la situazione attorno li tenga prigionieri: entrambi fidanzati con persone per bene che non meritano un tradimento. Siamo nel pieno della preparazione del nuovo numero di Saturnalia e quindi la proposta/ordine del futuro suocero di Sebastiano, Sauro Bonatti, di recarsi nelle Langhe in casa del fratello Lupo, è poco opportuna. Ci pensa la bionda e soave fidanzata di Sebastiano, Mavi, a risolvere la situazione: Anita si recherà con loro per poter lavorare con Sebastiano al numero in uscita. Il racconto della forzata vicinanza fra i due, gli eventi che accadono, compresa la morte di un giovane, facente parte di un gruppo di scout, che Anita e Sebastiano avevano conosciuto in un bosco poco distante dalla casa di Orso Bonatti, rendono questo libro interessante e di veloce lettura. Non mancano, in perfetto stile Basso, l’ironia e la leggerezza, ma la sotto trama rosa non deve farci dimenticare che Anita e Sebastiano, indagheranno su un omicidio che da subito presenta stranezze.
Quello che apprezzo molto nei gialli di Alice Basso è la sua capacità di mescolare piani diversi, le storie personali all’interno della Storia di quegli anni. Mi è piaciuto il racconto delle diverse forme di resistenza che molti oppongono al regime facendo cose normali: scrivere gialli raccontando la verità su fatti di cronaca, gli incontri degli scout, suonare musica proibita, la lettura di libri messi al bando, tutte azioni contro il regime ottuso.
Ho gradito l’omaggio a Fenoglio e Pavese, del resto dove se non in un giallo che si svolge per la maggior parte nelle Langhe?
Mi è molto piaciuto il ragionamento che Anita fa sui gialli: non sono solo racconti di genere, d’intrattenimento … “Tanto per cominciare, questi gialli sono occhiali“… proseguendo poi con “quei gialli sono, ha scoperto Anita, anche delle formidabili scuole di investigazione.” e per concludere … “Perché questa è la terza e più importante cosa che sono, quei gialli: fanfare. Manifesti. Strumenti di denuncia. Basta cambiare un nome qui, un’ambientazione là, e i gialli raccontano la realtà, la verità, in maniera anche più fedele e lancinante dei giornali. Specie di questi tempi in cui i giornali non la raccontano affatto.”
In questa avventura di Anita sono meno presenti le amiche e mancano i giochi di parole con Clara, forse a sottolineare la maturità e profondità di pensiero che ha raggiunto questa giovane donna. Il discorso che farà a Sebastiano sull’importanza di quanto hanno costruito con il personaggio di J.D.Smith, a mio avviso, ne è una prova evidente.
“È sempre saggio partire con qualche medicina.” è quello che fa dire Alice Basso a Anita e sul potere curativo dei libri non posso che essere d’accordo.