Grosso guaio a Roma Sud
I gemelli congiunti Zek e Sam, piccoli balordi della periferia romana, ricevono l’ordine da Chick Lanzetta, boss del quartiere, di dare una lezione a un vecchio orologiaio. Peccato che poco dopo il negoziante venga ritrovato morto. Qualcuno cerca di addossare il crimine ai due fratelli che, mentre cercano di discolparsi, vengono aggrediti, seguiti, minacciati. Ma i ragazzi hanno alcuni improbabili complici nella loro indagine: il vice ispettore Nick Castillo, convinto che stavolta siano solo capri espiatori; Bob Carrezza, un giornalista di cronaca nera; Minny Morelli, il loro allenatore di boxe; Abbe e la “magica” Luz.
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Troviamo tutta la periferia romana e i suoi personaggi accattivanti e imprevedibili in questo romanzo giallo molto originale e particolare, dal titolo “Grosso guaio a Roma Sud” firmato Marzia Musmeci.

L’autrice romana, con una scrittura frizzante e travolgente, ci porta nei vicoli della città eterna, con piccoli delinquenti di mezza tacca proprio come i due protagonisti del romanzo: Ezechiele e Samuele Ciullà, nomi biblici, che abbreviati diventano Zek e Sam, come li chiamano tutti; gemelli siamesi (congiunti) dalla nascita, due tipi sgangherati (al servizio del boss Chick Lanzetta) che riusciranno davvero a mettersi in guai seri.

L’uccisione di un orologiaio li vedrà presunti colpevoli di un omicidio mai commesso, da questa accusa dovranno tirarsi fuori, e sarà un’impresa ardua perché proprio il negoziante assassinato era il personaggio che avevano l’ordine di conciare per le feste.

Dovevano solo “menare” il pover’uomo, ma si troveranno contesi tra gli ispettori di polizia Nick Castillo (con l’inossidabile Miriam Fantini) e criminali incalliti che non daranno loro tregua.

Altri personaggi andranno a impreziosire una storia ricca di disavventure per Zek e Sam: l’allenatore di boxe Minny Morelli, Bob Carezza, un giornalista di cronaca nera, tutti pronti a parteggiare per loro e tanti altri che non intendo svelare perché è giusto e doveroso che il lettore li possa scoprire perdendosi da solo nelle pagine di questo incredibile romanzo.

Se la corruzione e la criminalità organizzata dilagano e hanno dei risvolti sicuramente drammatici al giorno d’oggi, Marzia Musmeci inventa una storia dagli aspetti surreali e dai contorni ironici dando vita a un giallo di buona fattura con personaggi pittoreschi che fanno della loro atipicità l’arma vincente per renderli perfetti e sublimi. Al tempo stesso, dialoghi permeabili e immediati, badano alla sostanza e non alla forma che si adegua a quella vita di borgata in cui regnano gli ultimi, i cosiddetti dimenticati della società.

Ma anche loro hanno un’anima e l’autrice riesce a collocarli, attribuendo loro una dimensione congeniale che si adegua alla storia narrata, la vita dei due protagonisti è nutrita da piccoli espedienti su commissione e la loro sorte sta nel trovarsi in un vicolo cieco proprio per un delitto che non sarebbero mai capaci di commettere, alla fine riusciranno con le loro forze a venirne fuori?

Il lettore si affezionerà a questi due personaggi, la loro autenticità sta nell’essere spontanei, riescono a stuzzicarsi e contraddirsi quasi sempre, divini nella loro imperfezione, non sappiamo se l’autrice darà vita ad un sequel con un’altra avventura che li vedrebbe nuovamente coinvolti ma non tarderemo di certo a scoprirlo. Rivederli all’opera non sarebbe poi una cattiva idea!

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