Leggere Indriðason è come bere una bottiglia di vino conosciuto ma che da diverso tempo non si assapora. Non si può che essere eternamente estasiati nel riscoprire il gusto racchiuso nella (apparente) semplicità con cui i suoi i suoi personaggi prendono vita. Chi conosce Erlendur se lo porta nel cuore. Un uomo accompagnato da un velo di malinconia e un senso dell’incompiuto del suo vissuto che si contrappone ad una notevole capacità critica e analitica che gli permette di risolvere casi molto complessi. In questo romanzo si fa un passo indietro e lo si conosce da giovane quando, assegnato al turno di notte della stradale, il suo animo è tormentato dalla scomparsa di quelle persone ai margini della società, chi per un verso chi per l’altro.
Protagonista assoluta del romanzo è l’umanità dei personaggi che lo popolano, sia dei protagonisti che delle comparse, appena tratteggiate ma in grado comunque di lasciare il segno. Lettura consigliata, soprattutto agli amanti del giallo, nella accezione più classica del termine.