Il ritorno di Valerio Varesi e del suo commissario Soneri si rivela sempre una gradita sorpresa per gli amanti del genere noir e quest’anno pubblica con Mondadori in occasione dei 90 anni della sua prestigiosa collana un nuovo romanzo dal titolo “Gli invisibili”.
Il commissario Soneri si ritrova ad affrontare un’indagine ai limiti dell’impossibile, dovrà dare un nome ad un uomo morto ben tre anni fa, ripescato dal fiume Po e chiuso in una cella frigorifera.
Il caso sta per essere archiviato e la dinamica appare completamente sconosciuta, e ricostruirla, appare davvero un’impresa. Si tratta di un normale suicidio o di un omicidio? Domanda a cui solo la testardaggine e al tempo stesso la sensibilità di un uomo come Soneri può dare una risposta.
Proprio così, perché prima del commissario nell’esercizio delle sue funzioni viene l’uomo e il nostro protagonista è una persona disposta a dare un’identità all’uomo ripescato dal Po e in un secondo tempo da uomo di legge, approfondire la vicenda come solo la sua ostinata caparbietà lo porta ad andare avanti nel condurre le indagini.
Proprio il suo profondo senso di giustizia viene tratteggiato alla perfezione dall’autore in ogni storia, ecco perché Soneri è un personaggio fuori dagli schemi, come in questo caso che non accetta che un uomo venga seppellito in un anonimo loculo.
In questo romanzo i protagonisti sono due Soneri e il fiume Po che riporta quello che trova, questa volta un cadavere senza nome, un invisibile come lo definisce l’autore che può sparire in una società che non fa sconti, dove una semplice pratica burocratica decide il suo destino in modo avverso.
Nelle storie di Varesi un altro elemento essenziale è la nebbia della bassa padana, ma se la vogliamo contestualizzare in questo romanzo la ritroviamo nei ricordi lontani e vaghi di quella memoria offuscata, soprattutto quando Soneri viene a conoscenza della sparizione di un uomo da un centro di igiene mentale e così che qualcosa sembra riemergere dal passato, come un piccolo tassello fondamentale per ricostruire l’intera vicenda.
Intanto sulle sponde del fiume ci sono misteriosi avvistamenti, loschi traffici notturni e uomini che si aggirano come fantasmi, appartengono forse a quella criminalità organizzata ben radicata e parte attiva nelle zone del centro-nord?
L’invisibile è un romanzo di fortissimo valore etico, l’autore vuole restituire quella dignità oltraggiata ed estirpata da un mondo crudele e avido, e come sempre, con grande maestria ci regala un’altra indimenticabile storia poliziesca tratteggiando con cura maniacale personaggi vecchi e nuovi che voglio lasciare al lettore il piacere di assaporare; non mancherà quell’inconfondibile narrazione dotata di una forma lessicale di alto spessore, con una grande capacità di entrare nei meandri della psiche umana dei protagonisti.
Ritroviamo un Soneri quasi racchiuso in se stesso, solo Angela, riuscirà a dargli ciò che a lui manca, il calore umano che non è solo quello della donna amata che cerca inevitabilmente di dare il giusto sostegno, ma vi è l’impellente necessità di alleviare quei malsani pensieri che portano solo malinconia per un’indignazione che non dà tregua, pertanto il commissario cerca una pace che possa solo purificare il suo animo interiore.
Omicidio-nebbia-fiume, tre parole chiave per un romanzo giallo di assoluta qualità per un autore come Varesi che si destreggia abilmente puntando il dito contro gli ingranaggi di una lenta burocrazia, dando voce ad un personaggio che questa volta preferisce il silenzio alla rabbia e come a volte si dice proprio “il silenzio è l’urlo più forte”.