Giallo come il Golfo
Dodici luoghi in cerca d’autore, dodici mesi in cerca di voce. Ma anche dodici penne che hanno dipinto nelle varie sfumature del giallo, i “nostri posti”, troppo belli per non essere usati anche per ambientarvi racconti di questo colore. Creati dalla fantasia delle autrici e degli autori, oppure ispirati a fatti di cronaca, ogni mese dell’anno fa da cornice a storie che si muovono nei paesi e nelle vie del Golfo, e che chi ci abita non avrà difficoltà a riconoscere. Per i “foresti” invece sarà bello decidere di fare una gita fuori porta per vedere se davvero quella strada si trova proprio dove viene collocata, o se quel paesaggio è davvero così suggestivo. Insomma, ci sono 12 x 12 x 12 motivi per leggere questa raccolta, e nessuno per non farlo.
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Beppe Mecconi è un’artista, scrittore, attore, regista teatrale e regista spezzino.

Con questa antologia di racconti giallo-noir si è reso protagonista di un’iniziativa originale quanto meritoria.

Forse sono interessato nell’affermarlo, visto che sono nato da quelle parti e ho frequentato quei posti meravigliosi nell’adolescenza e giovinezza, ma il Golfo di La Spezia, non me ne vogliano gli abitanti ed estimatori di altri splendidi golfi italiani, è, probabilmente, il più bello d’Italia, anche perché ricomprende il gioiello ineguagliabile del Golfo di Lerici, conosciuto non a caso come “Golfo dei Poeti”, per il quale non sarebbe sprecato parafrasare il celebre incipit catulliano attribuendogli l’appellativo “sinorum ocelle”.

Ebbene, Mecconi, appassionato di letteratura poliziesca, è riuscito a coinvolgere 12 autori con le sue stesse radici natali ( oltre a Mecconi stesso, in ordine alfabetico: Simona Albano, Massimo Ansaldo, Marco Della Croce, Alessandro Ebuli, Raffaella Ferrari , Patrizia Fiaschi, Maria Grazia Innocenti, Vanessa Isoppo, Corrado Pelagotti, Susanna Raule, Marco Ursano) nello scrivere, e raccogliere in un’unico volume, racconti che unissero all’appartenenza al genere giallo- noir la caratteristica dell’ambientazione in luoghi del golfo spezzino ciascuno in un diverso mese dell’anno.

Lo schema compositivo, come risulta chiaramente leggendo la dozzina di testi, non è casuale, ma rimanda a un significato sotteso.  L’universo del delitto è lo stesso all’origine dei tempi ma, al medesimo modo, sempre diverso e nuovo.

Come il panorama del golfo, eguale nella sua armoniosa configurazione ma inesauribilmente cangiante a seconda delle condizioni di luce e di clima.

Come c’era da attendesi, la varietà del territorio di  riferimento ha acceso l’ispirazione degli autori  in modo variegato e personale, così il lettore  che avrà la felice idea di accostarsi al libro potrà fare un viaggio doppio:  nelle declinazioni geografico-paesaggistiche del Golfo e nei meandri tortuosi del crimine.

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