1978. Approvazione della legge n.180, meglio nota come Legge Basaglia. Nel centenario della nascita di Franco Basaglia, psichiatra veneziano, i libri su di lui, sulla rivoluzione epocale da lui fortemente voluta sono più di uno. Oggi che i disagi psichici tornano spesso alla ribalta, che le differenze sociali, economice e culturali sembrano sempre più marcate è doveroso parlare di Franco Basaglia e farlo conoscere a chi non c’era e non sa. Diceva Basaglia che “La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragione d’essere.” La Repubblica dei matti che poneva domande ed esigeva risposte, chiedeva di restituire dignità alle persone, prima persone e non malattia. L’approccio alle persone era a tutto tondo: non solo la cura medica, ma tutto ciò che a una persona è necessario per vivere: la dignità, il riconoscimento sociale, il lavoro, la casa, la cura.
Attorno a Basaglia si era formata una comunità che credeva fortemente in lui e si identificava con le sue idee. L’intervento, come detto, non si riferiva solo alla terapia ma doveva servire come lezione a quelli “fuori”, lavorando anche sul lessico usato, non più parole come “matti”, “alieni”, “normali”.
Francesco Foti racconta in questo agile libro, una parte della storia di Franco Basaglia perchè è una storia che conosce da vicino, suo nonno Tullio Fragiacomo, aveva lavorato con Basaglia occupandosi non solo della parte sanitaria, era infermiere, ma diventando responsabile della legatoria interna all’ospedale psichiatrico. Perché Basaglia non era un uomo di sole parole, concretamente metteva in pratica quanto affermava, il lavoro per un internato o ex internato era determinante nell’affermazione della propria individualità, gli permetteva di tornare a far parte di una comunità, di rivendicare il suo posto nel mondo.
Le azioni, gli scritti, le cose in cui credeva Franco Basaglia, svelavano (svelano) le contraddizioni di tutta la società. Era (è) la sofferenza generale che va affrontata a tutti i livelli.
Penso che il pensiero di Basaglia sia attuale come non mai, ma mi ha meravigliato la naturalezza con la quale Foti ne scrive, forse dovuta ai racconti del nonno, nel libro ci sono puntuali riflessioni sul pensiero e l’azione di Basaglia, dati biografici e interviste.
Sono passati molti anni, ma la forza delle idee di Basaglia, Foti è riuscito a passarcela tutta con grande sensiblità e maestria e di questo gli sono molto grata, perché lo stigma delle malattie mentali pesa sulle persone, sulle famiglie, in generale c’è molta difficoltà a parlarne, spesso mancano proprio le parole. Leggere il libro ci consente di trovare le parole che ci servono e di capire quanto grande sia stata la figura di Basaglia.
Ne consiglio la lettura a chi è sensibile al tema, a chi è incuriosito dalla figura di Franco Basaglia, a chi non ne sa niente, perché è un ottimo modo per conoscere.