Come vento cucito alla terra
Louisa Garrett Anderson e Flora Murray aprono la prima unità chirurgica gestita esclusivamente da donne, per uomini, in zona di guerra. Il primo conflitto mondiale è esploso e queste dottoresse ed infermiere volontarie lasciano l’Inghilterra, troppo rigida e bacchettona per accettare un tale cambiamento. La loro meta è Parigi, dove apriranno il primo ospedale inglese in terra francese. Le Lady Doctors sono donne medico, ma la loro attività è limitata alla cura di donne e bambini. Per questo quando i soldati arrivano feriti e malconci nell’ospedale parigino della Croce Rossa sembrano più spaventati dalle dottoresse donne che dai colpi ricevuti. I soldati urlano, invocano un medico uomo, un medico vero, e il Capitano Alexander e i suoi uomini sono tra questi. Soffia così il vento del cambiamento, un soffio che prende il cuore di Cate, dottoressa di origini italiane, e di Alexander, e li porta lontano verso la libertà per loro e per tutti coloro che arriveranno dopo. In Come vento cucito alla terra, Ilaria Tuti sa descrivere l’anima umana e lo fa con la maestria di un intagliatore che separa strato dopo strato fino ad arrivare al cuore dei protagonisti.
Hai letto anche tu il libro? Lasciaci un commento…

Ci sono storie che arrivano per caso tra le mani di uno scrittore e urlano a gran voce di essere raccontate. È quello che è successo alla Tuti, che stava cercando informazioni per un romanzo e si è imbattuta in un’altra storia potente, emozionante, piena di coraggio e che non poteva restare nell’oblio. Così, dopo Fiore di roccia, Ilaria Tuti ritorna al romanzo storico con Come vento cucito alla terra, un racconto di emancipazione femminile, di ambita uguaglianza che passa attraverso la rinuncia. La storia che non poteva ignorare è quella delle donne medico che, durante la Grande Guerra, crearono un ospedale militare gestito da sole donne, sfidando gli stereotipi e i pregiudizi di un’epoca. È un romanzo che insegna tanto, dove personaggi realmente esistiti si mescolano a personaggi inventati ma non meno realistici e potenti. La protagonista, Cate, si muove in un mondo patriarcale in cui una donna deve portare sulle spalle un macigno invisibile ma pesante per farsi strada. Non è facile essere un medico, in un mondo del genere, e nemmeno una ragazza madre. Non è facile essere una donna, punto e basta. Eppure, con delicatezza e caparbietà Cate prosegue per la sua strada, dimostrando che anche in gonna si può tenere saldo un bisturi. Che gli aghi che una donna può tenere in mano non sono solo quelli da ricamo. Ce la fanno nonostante le rinunce e le sofferenze, le donne di questo libro. Ce la fanno le donne medico e ce la fa la prima tassista. Ma, soprattutto, ce la fanno gli uomini. Perché la Tuti ci mostra come le vittime del patriarcato siano soprattutto loro, uomini ingabbiati nello stereotipo del maschio a cui non è permesso piangere, mostrarsi debole, a cui non è consentito sfogare la sofferenza generata dalla guerra. Sono uomini spaventati dall’idea che la propria virilità venga minata, più che dalle mutilazioni delle granate. Ma cosa c’è di sbagliato nel rilassare i nervi con il ricamo? Ecco che la Tuti attinge a un’altra bella storia, quella dei soldati che usarono ago e filo per guarire le ferite dell’anima. Sono coraggiosi, in questo romanzo, sia gli uomini che le donne.

Con una scrittura evocativa e delicata, la Tuti ci ricorda che siamo qui grazie a persone che ci hanno preparato la strada lottando con coraggio e ostinazione. Non dobbiamo mai dimenticarlo.

Dello Stesso Genere...
Giallo
mmendolia
Morte nel chiostro

Con Morte nel chiosco Marcello Simoni offre ai lettori un romanzo storico di grande spessore e di pregevole qualità. Una storia intessuta da parecchi indizi,

Leggi Tutto »

Lascia un commento