Un romanzo piuttosto famoso terminava così: “Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato”. Questa frase che conclude Il grande Gatsby, messa a contrasto con una frase che invece è a pagina 39 di questo romanzo (“devi lasciar fluire il presente senza farti troppe domande”) rappresenta le forze propulsive opposte che danno vita a questa storia. Ci sono romanzi che sono interamente composti di trama, intrecci, risoluzioni, dove i personaggi sono delle figurine che devono semplicemente interpretare i loro ruoli, l’Assassino, la Vittima, il Sospettato, l’Amante, eccetera. E poi ci sono invece romanzi come questo, dove sono i personaggi vivi e vitali ad animarsi nella pagina tanto da dar vita alla trama con i loro rapporti, il loro passato, il loro presente, quel che avrebbero voluto essere, quel che ancora sognano di diventare, quello che al momento attuale sono. Tra camere da letto e stanze d’acaro, tra il mare di una città italiana e il Sudamerica che oltre l’oceano, amanti, matrimoni, sognatrici, una vittima, ci si appassiona alle anime, ai pensieri e ai sogni ancora vivi o infranti di Sabina, Angela, Ivana, e insieme a loro si cerca di imparare come spingerci ancora avanti per continuare in qualche modo a vivere.