Trama
Lizzie Riley è reduce da una burrascosa separazione. Quando riceve la notizia che suo figlio Tom è stato accettato in una prestigiosa scuola, si sente sollevata: spera che le cose riprendano ad andare per il verso giusto. La reputazione dell’istituto è eccellente. Eppure l’entusiasmo iniziale si spegne dopo poco tempo: fin dal primo giorno Lizzie ha l’impressione che in quella scuola ci sia qualcosa che non va. Ai genitori è proibito attraversare il giardino ed entrare insieme con i bambini; le finestre sono chiuse e protette da pesanti inferriate. Con gentilezza le viene spiegato che è bene che i ragazzi guadagnino al più presto una certa indipendenza, e che una presenza troppo asfissiante dei genitori non è funzionale alla loro istruzione. Ma perché Tom torna sempre a casa esausto e si rifiuta di raccontare qualsiasi cosa della sua giornata? Che cosa sono quegli strani segni sul suo braccio? E perché i suoi compagni di classe hanno paura di parlare, quando Lizzie fa loro delle domande? La nuova scuola sembrava perfetta. Ma a volte le apparenze ingannano…
Recensione a cura di Alessandra Alioto
Il titolo di questo thriller psicologico è quasi un ossimoro poiché chi educa non dovrebbe mai essere cattivo. Essendo anch’io una docente, ha stuzzicato la mia curiosità. In realtà il titolo e quindi la professione di maestra è poco corrispondente allo svolgimento della storia. La nuova scuola di Tom, il figlio di Lizzie, ha una buonissima reputazione ma appare come una prigione, con regole rigidissime che non permettono a nessuno di visitarla; Preside e insegnanti propongono un percorso educativo basato sull’ordine e sulla disciplina, fieri del buon nome raggiunto dalla loro Istituzione formativa.
Lizzie è una madre reduce da anni di violenza domestica da parte dell’ex marito Olly. Con l’aiuto dei Servizi sociali è scappata da lui, riuscendo a tenerlo lontano persino da Tom. Madre e figlio sono stati costretti a rompere quasi tutti i rapporti per evitare Olly. Il bimbo difficilmente incontra la nonna materna, perché Lizzie vive nel terrore che il padre di Tom possa usare la propria madre come catena di collegamento con loro.
La nuova scuola sarebbe potuta essere una nuova partenza, Tom è stato accettato perché i Servizi sociali hanno sostenuto la sua iscrizione. Invece iniziano presto ad accadere cose inspiegabili a Tom. Il bambino si fa sempre più cupo e scontroso, non racconta nulla alla madre delle sue giornate a scuola e torna a casa con degli inspiegabili segni sul braccio, come dei minuscoli buchi lasciati da punture.
Quando Lizzie affronta il Preside e la docente, riceve sempre delle risposte ambigue e a tratti sgarbate, le sue accuse vengono sempre respinte, inneggiando la buona reputazione della scuola.
Una figura interessante e ben descritta nella storia è quella dell’assistente sociale, Kate, che ha in carico Tom e la sua famiglia. Devo riconoscere che questo personaggio così volitivo, empatico e sensibile mi è piaciuto molto. Si muove nella vicenda con la determinazione di una professionista che crede ancora che l’unico scopo del lavoro di assistente sociale sia sempre e comunque quello di difendere i più deboli. Crede che talvolta, per perseguire il suo obiettivo, sia necessario andare contro il Sistema, la burocrazia che rallenta i processi di conoscenza e relazione con i propri assistiti. Cerca di occuparsi di tutti i bambini sotto la sua tutela, mettendo a rischio la propria salute mentale, la sua vita privata e sentimentale. Pur essendo molto giovane, Kate sa cosa è giusto. Si preoccupa per Tom, per i segni sul braccio, per il suo stato di salute malfermo e sarà lei che, in un certo senso, condurrà il lettore alla fine della storia e alla soluzione del mistero della maestra cattiva.
La struttura è tipica dei romanzi thriller, con vari flashback relativi al matrimonio di Lizzie ed Olly e alla loro gioventù. La storia è raccontata in prima persona dalla voce dei diversi personaggi. Lettura scorrevole, peccato per il ritmo narrativo poco incalzante, tenuto conto che si tratta di un genere narrativo nel quale la suspense è tutto.
Le angosce di Lizzie rispetto alla salute del figlio Tom coinvolgono emotivamente, ma in realtà nello svolgimento della vicenda non accade nulla di sorprendente che acchiappi davvero, come se l’autrice volesse lasciare il lettore in attesa per il colpo di scena finale. E infatti arriverà: uno stravolgimento della situazione, un osservare le problematiche da un nuovo punto di vista non prevedibile quindi inaspettato.
Il finale sorprendente fa risalire il giudizio, un buon thriller. La conclusione della vicenda fa riflettere su ciò che sembra e in realtà non è.
Dettagli
- Genere: Thriller
- Copertina flessibile: 320 pagine
- Editore: Newton Compton Editori (28 maggio 2020)
- Lingua: italiano
- ISBN-10: 8822738276
- ISBN-13: 978-8822738271