Gabriella Colla e Daniele Manca con la casa editrice Solferino nel 2020 pubblicano un libro intitolato Un cadavere in redazione. Ora tornano nuovamente in libreria con un libro intitolato Bucce di banana, pubblicato con la stessa casa editrice. Un giallo appassionante, dal netto taglio giornalistico, molto intrigante.
Siamo a Roma nel 1963, la guerra è finita da un pezzo, anche se il suo carico di disfatta e di dolore si fa sentire ancora in modo netto, l’Italia sta provando a rialzarsi e siamo nel pieno del boom economico:
“Era settembre e si stava ancora molto bene all’aperto. Roma era questo. Oltre alle zaffate di puzza di cavallo che ogni tanto arrivavano dal posteggio delle carrozzelle poco distanti.”
Carlo Passi è un giornalista milanese e viene convocato dal suo direttore, ed incaricato di seguire il caso che appassionava molto le cronache, detto “il caso delle banane”. Di che si trattava? Riguardava il monopolio delle banane, e di chi, partecipando ad una falsa asta per l’appalto aveva vinto in malo modo, perché conosceva già dal principio le offerte:
“Il processo era fissato per novembre, e c’erano moltissimi indagati: gli importatori accusati di corruzione che sapevano in anticipo le cifre dell’asta e i funzionari che le avevano svelate. Una storia già scritta, sulla quale restava solo da ricamare, per svelare gli scandali agli italiani”.
All’apparenza sembra una delle tante truffe all’italiana, ma forse c’è qualcosa di più. Ma cosa? Perché il suo capo autorizza Carlo a spostarsi fino a Roma per indagare? Inoltre gli mette una ulteriore clausola che lui trova destabilizzante: a Roma dovrà indagare con la sua ex fidanzata Erica, giornalista anche lei. Questo indubbiamente gli crea molti problemi, in primis con la fidanzata del momento, Sara; e poi anche con la stessa Erica, visto il modo con cui si erano lasciati, che non era proprio dei migliori. Erica era:
“Sempre la stessa, irriverente e dispotica. Simpatica come un gatto attaccato ai coglioni. E poi quegli occhi verdi maliardi e beffardi! “
Che succederà ai due quando si incontreranno nuovamente? Insieme erano stati una coppia perfetta di giornalisti, perché:
“lui portava le storie e i contatti. Come al solito lei ci metteva solo intuizioni e lucidità.”
Appena giunti a Roma si rendono conto, entrambi, che qualcosa non quadra. Il clima è teso e ricco di strane coincidenze:
“C’erano bastardi in giro che ammazzavano la gente per soldi. Fascisti che non si rassegnavano, comunisti che volevano la rivoluzione … per non parlare degli infami mascherati insediati addentro allo Stato stesso.”
Un noir a tratti anche ironico e dissacrante, che si legge di un fiato e con curiosità crescente. La coppia di investigatori, cui ruota la vicenda, è descritta con minuzia di particolari e attrae le simpatie dei lettori per le loro intime caratteristiche. Sono un fulgido esempio di come due persone possono compenetrarsi a vicenda, e ottenere grandi risultati. L’inchiesta di cui si occupano è quella tipicamente italiana, malaffare, appalti truccati, e un passato che non vuole finire nel dimenticatoio e fa ancora soffrire dopo lungo tempo.
La trama è ben congegnata, e gli ambienti e i personaggi ben delineati costituiscono l’ossatura di un romanzo di genere, che non si può non apprezzare. Più inchiesta giornalistica, di cronaca nera, che noir vero e proprio; il libro appassiona ed intriga il lettore anche più smaliziato e competente.
Una lettura adatta a chi ama le spy stories, ricche di personaggi-spia, detrattori e truffatori, e tanta azione fine ed intellettuale. Una lettura di genere che dipinge l’Italia degli anni Sessanta, che parte:
“Dalle stanze del Giorno e dai corridoi Rai di Corso Sempione, tra i ristoranti di via Veneto, e i bar degli intellettuali a Roma, da Corso Garibaldi della mala alle case di ringhiera di Milano, tra omicidi e rapimenti.”
Un noir cinico e a tratti ironico, ricco di fascino d’antan. Buona lettura!