Brividi a cena. Misteri e manicaretti con Pellegrino Artusi
Cosa c’è di più familiare di un famoso ricettario di cucina? Uno di quei libri che abbiamo sempre visto tra le mani delle nonne e che ogni giorno guidano milioni di appassionati in tutto il mondo? Pellegrino Artusi, l’uomo che si nasconde dietro a “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, nell’unica foto che lo ritrae è un bonario anziano dallo sguardo fiero, con un bel farfallino e dei candidi favoriti. “Brividi a cena” ha lanciato una nuova sfida, raccolta da ventuno autori di Bottega Finzioni, la scuola di narrazione fondata, tra gli altri, da Carlo Lucarelli che ha anche curato la prefazione di questo libro. Una sfida che è quella di calare il padre della cucina italiana nei panni di un detective: quindici ricette ricche di spunti, scelte direttamente dal suo libro, hanno guidato gli autori, dopo un attento lavoro di ricerca, a immaginarlo districarsi tra omicidi, tradimenti e misteri sullo sfondo di un’Italia che, mentre i racconti scorrono, diventa una giovane nazione.  Voce di Gianfranco Machella [bandcamp width=100% height=120 track=680212566 size=large bgcol=ffffff linkcol=0687f5 tracklist=false artwork=small]
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Nel catalogo delle edizioni del Loggione sono presenti diverse Collane, riguardanti, in modi differenti, le tante realtà e tradizioni enogastronomiche. Tra queste c’è la Collana “Brividi a cena”: i libri che ne fanno parte hanno come caratteristica l’unione tra arte culinaria e romanzo giallo. Ed è questo il caso di “Misteri e manicaretti con Pellegrino Artusi”.

Il libro è una raccolta di racconti brevi di autori diversi, i quali non sono scrittori di professione, o per lo meno non ancora, ma allievi della scuola di narrazione “Bottega Finzioni”, fondata da Carlo Lucarelli. Tali racconti sono stati scritti durante il corso avanzato Bottega Finzioni 2017.

Qual è stato lo spunto per realizzare questo libro? Si è partiti dal fatto che il grande Artusi non si limitava solo a descrivere le molte ricette che compaiono nel suo “La scienza in cucina”, ma spesso si dilettava nel citare usanze, aneddoti e curiosità intorno all’arte culinaria nell’allora giovane Regno d’Italia. Così si è chiesto agli allievi di “Bottega Finzioni” di partire da questo universo narrativo e di prendere spunto da queste storie per immaginare un Artusi investigatore, intento a risolvere casi intorno a una tavola imbandita, o nel mezzo di una battuta di caccia, o comunque coinvolto in tradimenti e misteri vari. Alla fine di ogni racconto viene riportata la ricetta originale descritta da Artusi, dalla quale prende spunto il racconto stesso.

Ne scaturisce un libro interessante, sicuramente originale e di facilissima lettura. Certo non si può pretendere di trovare il pathos e l’atmosfera tipica dei romanzi dei maestri del giallo, ma rimane comunque una lettura facilmente godibile e, perché no, appetibile.

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