Bastardo posto
Paolo Limara, giornalista, si aggira di notte tra i portici della sua città natale. Nel suo passato un’indagine interrotta sulla misteriosa scomparsa di una donna e di tre bambini, nel suo presente solo la notte, una carriera in caduta libera e il ricordo dell’amata Marina, morta in un incidente stradale. Nessuno ricorda, nessuno indaga, nessuno parla; chi potrebbe far luce sulle vicende non vuole o non può parlare, come un giovane sacerdote messo a tacere dal segreto della confessione. Ma la notte porta a Limara un incontro importante: una donna, Viola Rodesi, vittima dei videopoker. Sono due, ora, i perdenti, che però vorrebbero ribellarsi. Un noir cupo, amaro e avvincente in cinque notti, un libro dedicato agli oppressi, vittime della macchina del fango e soli contro il potere – forte e invisibile – di un bastardo posto.
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Remo Bassini pubblica, con la casa editrice Golem, un libro avvincente, intitolato Bastardo posto. Un libro raccontato in cinque notti, in cui, sin da subito, si respira un’atmosfera nera, anzi nerissima, in attesa di un finale che giunge inaspettato e lascia a bocca aperta e un certo qual senso di amarezza.

Protagonista del racconto è il giornalista Paolo Limara, una carriera densa, ora in caduta libera. Lui, tutte le notti passeggia per la piccola cittadina in cui vive. E’ preda ossessiva dei suoi demoni interiori, fino a quando, una sera peggiore delle altre, trova un negozio con un manichino nudo in vetrina:

“Così  una sera, fumando, con la testa rivolta in alto, si accorse della crepa sottile che dal negozio di Elena portava a quello del manichino nudo. Qual è la partenza e quale l’arrivo?”

Il negozio apparteneva a tale Viola Rodesi,

“anni quarantotto, e commerciante. Tuddia l’ha rovinata, le ha sottratto quello che era suo, ma è lei che si è lasciata rovinare. La sua esistenza, ormai, è fatta solo di crepe, proprio come quelle del suo vecchio negozio, a cui nessuno bada, ormai.”

Paolo guarda e

“Parla al manichino: “E’ morta la puttana del commendator Vellani.” E, comunque, lui, Paolo Limara, si era innamorato della storia di una donna nota alle forze dell’ordine per l’insana e strana abitudine di trascorrere la notte in auto.”

Innamorato e preda della mancanza del suo amore totalizzante per Marina, che a sua volta è morta in un incidente stradale, proprio come.

“il suo bambino di sei anni, investito da una moto da cross, mentre tornava da scuola accompagnato dalla baby sitter. Il ragazzo in moto era uno spasimante di Ana, la baby sitter, che però lo teneva a distanza senza dir nulla. Il ragazzo, figlio di un quotato notaio, la fece franca, assistito da un buon legale.”

Paolo e Viola sono destinati ad incontrarsi proprio nel negozio abbandonato. Cosa accadrà dall’unione di due anime in pena, che la vita ha reso nere, nerissime?

Un giallo buio, cupo, la cui narrazione si svolge in sole cinque notti fino all’epilogo finale, travolgente, che, forse, ristabilisce una realtà e una spiegazione dove non c’è niente. Un giallo ambientato nella triste provincia, quel bastardo posto, cui si allude nel titolo, di molte città italiane, dove nulla è come sembra, e l’omertà regna incontrastata. L’autore è particolarmente abile nel dire e non dire, nell’insinuare nel lettore un’ansia derivante da ciò che non si sa nel profondo.

Il libro è molto consigliato ai lettori amanti del giallo psicologico, dove la psicologia dei personaggi è condotta con abilità e abbondanza di particolari. La trama è compatta, lo stile secco, preciso e netto, ma fluido e scorrevole.

Nel complesso una lettura intrigante e molto curiosa, che ruota interamente attorno alle gesta e alla storia di un giornalista irriverente, preda dei demoni interiori gravi e molto foschi.

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