Marco Balzano è nato a Milano nel giugno del 1978, scrittore, poeta e docente di lettere e di scrittura sempre nel capoluogo. Si era già imposto al grande pubblico con Resto qui, entrando nella classifica dei finalisti del Premio Strega nel 2018. L’ambientazione del romanzo in Alto Adige toccava dei temi complessi, ancora poco delineati dagli storici per gli intricati risvolti politici legati a questa bellissima terra di confine durante il ventennio fascista e negli anni successivi.
Anche in questo nuovo lavoro, lo scrittore sceglie una città complicata come Trieste e ricostruisce una situazione intricata. Si passa dall’affermazione del fascismo, che diffonde odio verso tutto ciò che non è italiano, alla dominazione nazista, che considerando ormai le truppe italiane un alleato incapace che non ha saputo vincere la guerra, scarica sulla popolazione stremata tutta la loro ferocia e aggressività. Ma la situazione dei territori è ancora lontana dalla pacificazione vista l’occupazione jugoslava e la tragedia della foibe.
Il protagonista Mattia nasce nel 1900, figlio di un orologiaio, ragazzo irrequieto, non ama la scuola e il lavoro, preferendo la via dei soldi facili. Affascinato dal mondo fascista, fa il suo ingresso nelle file degli squadristi. Quando, in punto di morte la donna che lo ha allevato, gli confessa di non essere la sua vera madre, le poche certezze di Mattia crollano, il padre non gli rivelerà mai l’identità della sua vera genitrice e lui inizia una ricerca disperata. Mattia è un bel ragazzo, riscuote un certo successo con le donne, ma ha anche un’anima oscura e brutale. Vive la sua vita in bilico tra questa ferocia e la ricerca dell’amore, non riuscendo a trovare un equilibrio. Lo scrittore riesce a delineare un protagonista davvero interessante, che suscita in alcuni passaggi tenerezza e pena. Non ci sarà possibilità di riscatto per lui, al di là dell’aspetto apparentemente fragile, dato da un viso glabro che gli vale il soprannome di “Bambino”, il lettore non può dimenticare il male che commette. La figura del padre è più toccante, nonostante sappia che suo figlio è un vero delinquente, gli vorrà sempre bene e per lui spera un futuro di redenzione.
“Sottomettere e depredare finché si può, finché non tocca a noi subire la stessa sorte: è questo vivere?” Questa frase colpisce in quanto definisce Mattia.
Concludendo, il romanzo scorre bene, la ricostruzione storica è accurata e coinvolgente, ancora una volta Balzano affronta un periodo storico complesso per il nostro paese e lo fa con coraggio. Da leggere.

