Trama
Una nuova indagine per Rocco Schiavone costretto ad indagare da un letto di un ospedale per un caso di malasanità. E intanto il vicequestore ha quasi cinquant’anni, certe durezze si attenuano, forse un amore si affaccia. Sullo sfondo prendono più rilievo le vicende private della squadra. E immancabilmente un’ombra, di quell’oscurità che mai lo lascia, osserva da un angolo della strada lì fuori.
Recensione a cura di Paola Varalli
Devo confessarlo per amor di cronaca, pur apprezzando molto questo autore avevo letto solo il primo uscito, della serie con Rocco Schiavone: Pista nera.
Dunque un poco spiazzata sono, poiché, anche se ogni storia, ogni episodio può essere considerato a sé stante, sotto traccia c’è tutta una vicenda “romana” di cui forse occorre aver letto in precedenza per capire. Non avendone contezza mi limiterò a considerare la parte del romanzo che potremmo definire autoconclusiva, che poi rappresenta il vero clou della vicenda.
Come si evince dalla trama ufficiale, succinta ma esaustiva, Rocco si trova in ospedale, posizione alquanto scomoda per la sua salute ma vantaggiosa per l’indagine che deve svolgere. Infatti un imprenditore ci ha lasciato le penne in sala operatoria proprio nel nosocomio in cui si trova il nostro vicequestore, che ha subito la stessa operazione ai reni con esito più fortunato. Una sacca di sangue con il gruppo non compatibile pare essere all’origine di tale decesso. Scambio intenzionale? Errore imperdonabile? Rocco indaga.
Nel frattempo pare che, tra gli sbirri, sia esploso l’ormone: tutti in preda a fregole amorose!
Uno si deve barcamenare fra tre amanti, peraltro imparentate tra loro, l’altro non ha il coraggio di dichiararsi alla vicina di casa, lo stesso Rocco pare avere qualcuna in vista … insomma un titolo che a me era parso dissonante rispetto ai precedenti del buon Manzini, trova invece perfetta collocazione in questo plot in cui, tra una canna e un ” ‘sti cazzi”, si indaga ma si ama anche.
Manzini ci confeziona una storia intrigante, il burbero Schiavone – dicono – sente il peso degli anni ma resta un personaggio ironico e divertente. Forse fatica più del solito, ma rimane all’altezza del suo ruolo di brillante quanto “scazzato” vicequestore nello scoprire moventi e modus operandi. La scrittura è leggera, densa di metafore, con un ottimo ritmo. I personaggi “macchietta”, molto caratterizzati, fanno sorridere e stemperano la crudezza degli eventi delittuosi.
In poche parole, dato il calibro della penna in questione sarà forse un suggerimento scontato ma direi … da non perdere!
Dettagli
- Genere: Giallo-poliziesco
- Copertina flessibile:335 pagine
- Editore:Sellerio Editore Palermo; 01 edizione (9 gennaio 2020)
- Collana:La memoria
- Lingua:Italiano
- ISBN-10:8838940215
- ISBN-13:978-8838940217