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Olga Lumia

Ciao Olga, benvenuta nel blog gialloecucina. Raccontaci un po’ di te siamo molto curiosi di conoscerti.

1) Olga, che tipo di scrittrice sei?
Scrivo in maniera spontanea, assecondo molto i miei sentimenti e i miei ideali.
Nello stesso tempo, però, sono molto minuziosa nei dettagli, nelle descrizioni dei luoghi e dei personaggi. Alcuni dei miei lettori hanno definito la mia scrittura “tattile”.

2) Hai un luogo particolare in cui preferisci scrivere?
Scrivo solo quando sono nella tranquillità della mia casa romana. Ho la fortuna di avere una comoda scrivania sotto una grande finestra.
Da lì posso guardare una lunga fila di platani che si snoda nel viale sottostante.
Mi piacerebbe poter scrivere guardando il mare. Lo amo e mi manca sempre.  Ma, ancora, non mi è capitato di poterlo fare.

3) Fai un altro lavoro oltre a scrivere? Ti piace?
Scrivere è il mio mestiere. Da 25 anni mi occupo di giornalismo e intrattenimento televisivo. Dopo la laurea in Filosofia e l’abilitazione all’insegnamento, ho scritto a lungo per la carta stampata. In seguito, ho collaborato alla realizzazione di vari programmi televisivi per Sky, Mediaset e Rai, comeI fatti vostri e Unomattina. Attualmente, sto sviluppando due nuovi format televisivi.

Sì, il mio mestiere mi piace molto. E lo svolgo in maniera assolutamente naturale.  Scrivere fa parte di me. E il mio mestiere è scrittura, sempre. Oltre alla scrittura, ho altri interessi: il cinema, l’arte, l’architettura e il design. A proposito di cinema, sto per terminare un mio saggio su tutti i film di Woody Allen, mia grande passione, insieme ai Beatles. L’idea è nata dopo un breve incontro con il regista, a New York, nel dicembre 2015. Sono riuscita a scambiare qualche battuta con lui, alla fine di un suo concerto. A quel punto, ho pensato fosse arrivato il momento di mettere su carta l’amore che provo, da trent’anni, per i suoi film. Il libro uscirà all’inizio del 2017.

4) Ci parli del tuo ultimo libro “Nessuno sa da dove arrivi l’amore”?

Nessuno sa da dove arrivi l’amore abbraccia un periodo che va dal 1960 al 1984. E’ un romanzo storico, quindi. Ma è anche un romanzo di formazione. Il protagonista, infatti, Valentino Bortoli De Fede, è un bambino del quale il lettore segue le vicende personali tra Agrigento e Roma, che si intrecciano con i fatti della nostra storia recente.

Valentino arriva nella Capitale a quattordici anni, nel 1964. Lì lo vediamo crescere tra un collegio di suore e la casa di Elsa, un’arzilla novantenne con la quale condivide la passione per la letteratura e la filosofia. E sarà proprio a Roma che, da universitario, Valentino attraverserà in pieno la protesta studentesca e gli eventi di Valle Giulia.

Nel romanzo, diversi flashback raccontano l’infanzia del protagonista in un’enorme casa siciliana, fatta di stanze inaccessibili e piena di oggetti misteriosi. E la sua strana famiglia, composta da uno zio, una sorella maggiore e una vecchia e taciturna governante.

Proprio in questo periodo, Valentino scopre l’amore per la lettura e per una misteriosa bambina dai capelli rossi. Da adulto sarà costretto, all’improvviso, a guardare il proprio passato con occhi diversi. Acquisirà così una nuova consapevolezza di sé e di tutta la propria esistenza. Vivrà in prima linea gli avvenimenti di Acca Larentia, gli anni di piombo, il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro. La morte di Peppino Impastato. Fino a quando la sua vita prenderà, ancora una volta, un’altra direzione.

Il romanzo è ricco di eventi che si intrecciano in maniera serrata e diversi colpi di scena. Ma c’è anche molta ironia.

5) Quali sono state le difficoltà nella stesura del tuo libro?
Nel mio romanzo vengono riportati fatti di cronaca realmente accaduti, nella nostra storia recente.
Per inserirli nel racconto, ho dovuto coniugarli alle vicende personali dei protagonisti del romanzo. E’ stato un lavoro complesso, ma molto stimolante.

6) Quanti libri hai scritto? Ce n’è uno a cui ti senti particolarmente legata?
Questo è il mio primo romanzo. Nel 2015, avevo pubblicato un libro di fiabe per bambini scritto e illustrato insieme a mio marito, architetto. Negli anni passati, avevo pubblicato varie poesie e racconti. Sono particolarmente legata a un racconto pubblicato molti anni fa, in cui parlavo degli odori. Una parte di questo racconto l’ho inserita nel romanzo. Mi rappresenta molto, infatti.

7) Basandoti sulla tua esperienza personale, la visibilità che offre la rete è effimera oppure può costituire un vero trampolino di lancio?

Sono convinta che la rete sia un ottimo trampolino di lancio per chiunque intenda farsi conoscere dal pubblico. In qualsiasi settore.

8) Qual è il tuo libro preferito e quello che non sei riuscita a terminare nonostante le buone intenzioni?

Ho alcuni libri preferiti e non uno. Tutti quelli di Murakami Aruki, ad esempio. Ho un debole per questo scrittore. Mi ha colpito al cuore molti anni fa, con Tokyo blues-Norvegian wood. E da, allora, ho letto tutti i suoi romanzi. Più volte.
Il mio libro da comodino è Il giovane Holden, di Salinger.  Ma anche L’amore ai tempi del colera di Garcia Marquez occupa un posto speciale nella mia classifica. Come Opinioni di un clown, di Heinrich Böll. E, poi, ce ne sono tanti altri. I grandi classici, ad esempio. E’ un elenco troppo lungo. Purtroppo ho messo da parte, i libri che ho trovato forzati e non amo le forzature. Il lettore si sente preso in giro.

9) Raccontaci del tuo esordio letterario.

Il romanzo l’avevo pensato nel 2002. All’epoca, vivevo ancora in Sicilia e non avevo assolutamente idea che mi sarei trasferita a Roma, l’anno seguente.

Un pomeriggio, mi ero messa alla scrivania, senza pensarci troppo, e avevo iniziato a scrivere. Vennero fuori una ventina di pagine, in poche ore. Così è nato il personaggio di Valentino, il protagonista del mio libro. Un ragazzino.  In quei precisi momenti, avevo immaginato anche Valentino adulto, a Roma, in mezzo alla protesta studentesca e, poi, ai fatti degli anni di piombo. Avevo avuto la certezza che quelle venti pagine, buttate giù in un pomeriggio, sarebbero diventate un romanzo.

Per circa undici anni, poi, ho tenuto in serbo la storia, con la ferma intenzione di scriverla tutta, quando sarebbe arrivato il momento giusto. E così è stato. Nel gennaio del 2014 ho tirato fuori dal vecchio portatile le pagine che avevo scritto molto tempo prima e, una mattina, ho iniziato a scrivere. Cinque mesi dopo, il romanzo era terminato. Ho impiegato un anno e mezzo prima che il romanzo vedesse la luce.

10) La tua citazione e ricetta preferita.

“Come si mangia male in questo posto!

Oh sì, il cibo è uno schifo e, oltretutto, che porzioni piccole!

Beh, questo è, essenzialmente, quello che io provo nei riguardi della vita”.

(Woody Allen. Io e Annie).

Sono golosa. Di vita. E di cibo. Mi piace molto mangiare. Ma anche descrivere i piatti che mi piacciono e la buona tavola.

Nel mio romanzo, Nessuno sa da dove arrivi l’amore, ci sono tante “portate letterarie”. Pietanze tipiche siciliane e romane, che sono parte indispensabile della vita dei miei personaggi.

Non ho una ricetta preferita, ma molte. Certamente, le arancine al burro, la pasta al forno, le cotolette. La pasta con le sarde. E vari tipi di pesce, molluschi e crostacei. E, poi, adoro i dolci con crema di latte o ricotta.

Perché è anche vero che l’appetito viene… scrivendo.

 

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