Buongiorno e grazie per il tempo che ci dedichi! Cosa possiamo offirti?
Buongiorno a voi e grazie per la sorpresa…un bel cappuccino fumante con una copiosa spolverata di cacao amaro. La mattina vado avanti a cappuccini…
Come mai hai accettato un’intervista per Giallo e Cucina? Segui il nostro Blog?
Mi piace la combinazione: Giallo e Cucina, un delitto consumato tra i fornelli può essere molto intrigante. Molti elementi che presi da soli possono essere insignificanti, ma uniti portano alla soluzione. Un po’ come una ricetta… uhm verità per verità, il blog non lo conoscevo, non so cosa mi sono persa… ma da adesso non lo perderò. Giuro! E poi l’incontro tra Luca Mariani e Alestear Cromwell, due protagonisti che passano dalla fantasia alla realtà non poteva passare inosservato.
Ci racconti chi sei e perché leggi e scrivi?
Il mio nome è Antonella Mennella, prima di tre sorelle {mio padre sclerava con quattro donne in casa, fortemente unite, era in netta minoranza}, un diploma di tecnico commerciale per il turismo e la voglia di andare all’università per diventare giurista che poi è rimasta così. Una voglia insomma…{sorride divertita}. Alestear Cromwell è la protagonista di “Quaderni dall’Inferno” e da circa dieci anni ormai lo uso come pseudonimo perchè è conosciuto nel mondo dei giochi di ruolo. Ashe {Alestear} è la protagonista della Saga.
Avevo tredici anni quando mi sono avvicinata a Shakespeare. Amavo e amo le sue tragedie, i suoi personaggi così ambigui verso la vita e le circostanze. In seguito Poe, Lovecraft, spaziavo molto dai classici assoluti ai più strani e commerciali. Non mi risparmiavo persino gli Harmony e le storie d’amore più melense, i gialli mondadori {le letture di mia madre} e i saggi di politica {mio zio, fratello di mia madre}. A parte tutto questo, che sono ”nozioni” che quando sei molto giovane passano sotto i tuoi occhi e le tue mani come un fiume in piena, c’era il boom dei telefilm, la mania del cinema e la voglia sempre grande di prendere un personaggio e fargli fare una ”vita” diversa e quindi una storia diversa. Per questo ho cominciato a scrivere, perché a volte, quando un personaggio mi attirava in qualche modo, lo vedevo in un’altra ambientazione… o viceversa… in quell’ambientazione mi vedevo io e cosa avrei fatto!? Come avrei vissuto!? Come avrei reagito!? Insomma troppe domande che esigevano una risposta… e diventai dipendente dalla macchina da scrivere… {ok ora non fatevi i calcoli sull’età}
I tuoi libri, come nasce l’idea? Quanto prendi in prestito alla realtà e quanto è parto di fantasia? Come delinei i personaggi? Segui una scaletta o ti fai guidare dalla storia?
Dalla realtà prendo tutto in prestito, date, situazioni, fatti storici, luoghi. Amo confondere la realtà con la fantasia, rendere tutto talmente ”quasi” reale da sentirmi proprio dentro ”la storia”. L’idea nasce da sola. Vedendo un fatto di cronaca, una scena di un film che però ti ispira tutta un’altra storia, un libro letto che però poteva essere sviluppato in modo diverso, tutto è ispirazione e, se vai a vedere, niente è nuovo. I personaggi devo ”vederli”, nel senso… ho bisogno di avere bene in chiaro nella mia mente la mimica facciale, le caratteristiche dei suoi movimenti, oltre le caratteristiche fisiche e psicologiche. In base alle sue caratteristiche si muoverà di conseguenza. Come posso spiegare? Credo che dentro a ogni personaggio ci sia un po’ di me, è normale credo. La scaletta è solo temporale ma i personaggi si muovono da soli. Ci sono certe cose che vanno avanti indipendentemente dalla tua volontà, tipo i personaggi che spesso non rispettano la scaletta!
Dove scrivi? Carta e penna o direttamente al p.c.?
Se posso direttamente al portatile, ma se non mi è possibile prendo carta e penna e scrivo, non mi faccio fermare dagli eventi, se mi viene in mente qualcosa, un’idea, un personaggio, un’avventura, devo subito scrivere il pezzo.
Preferisci il silenzio o ami musica di sottofondo?
Amo la musica di sottofondo, più che sottofondo prendo le cuffie e metto il volume altissimo perché non voglio sentire volare una mosca del mondo reale.
Quali sono le maggiori difficoltà nella stesura di un romanzo?
Controllare costantemente le conseguenze, i tempi, i vari incroci dei personaggi. Con “Un Cuore in gabbia” è stato più semplice ma con “Quaderni dall’Inferno” passi costantemente dal passato al presente, flashback tra tempo reale e situazioni infernali che ti portano dalla lucidità alla follia in tempo zero e far combaciare gli eventi è stato complicato. Anche se, una volta che sei dentro la storia, una volta che i personaggi sono delineati e create alla perfezione le loro vite, tutto si incastra come un puzzle. Se qualche pezzo non entra te ne accorgi e allora torni indietro a rimediare…
E del rapporto con Editor ed Editore cosa puoi dirci?
Forse sono fortunata. Stephen King dice: “Scrivere è umano, editare è divino.” E io ho la mania di leggere, rileggere, riscrivere, vedere, calcolare, cercare e ricercare.
Hai altri progetti in cantiere? Sempre con la tua ispettrice?
Sì, è in stesura il secondo volume. Il progetto prevede dei volumi più snelli, un po’ stile fumetto, un po’ più corposo, una serie di avventure dove Ashe darà più spazio ai personaggi creando dei protagonisti sempre diversi. E un progetto più ambizioso con un’ambientazione diversa che per scaramanzia teniamo ancora in incubatrice {giusto posto per la sua nascita}.
Descriviti come lettrice? Quali libri compri? Hai un genere preferito o spazi a seconda del momento, dello stato d’animo? E se devi regalarlo un libro come scegli?
Sono una lettrice onnivora. Mia madre diceva: se non trovi niente da leggere ti leggi persino le etichette dei bagnoschiuma… è vero {sorride divertita}. In questi ultimi dieci anni ho fatto vari traslochi e nel tempo ho perso tanti di quei libri che ultimamente sono in giro per mercatini per ritrovare ciò che ho perso. Ovviamente rigorosamente ”vecchi”. Dai classici ai contemporanei, non faccio distinzione, se mi piace mi piace. L’ultimo che ho preso al mercatino è “Giù nel Cyberspazio” di William Gibson e “Storie Agghiaccianti”, una raccolta di racconti Lovecraft. Lo stato d’animo mi guida è vero, non so perché ma quando sono giù torno a Shakespeare e Kerouac. Se devo regalarlo in genere so già cosa preferisce la persona. Regalare un libro è un po’ come regalare un profumo. Azzardato e rischi il riciclo selvaggio. Quindi preferisco che sia senza dubbio gradito.
Cosa pensi degli eBook? Avvicineranno gli italiani alla lettura? Perché da noi si legge così poco?
Darwin disse che la specie che resisterà di più non è la più forte ma quella più predisposta al cambiamento. L’evoluzione esiste, deve esistere e penso che gli eBook ci diano la possibilità di avvicinarci a libri magari introvabili, per luoghi o culture. Senza dubbio più immediato, comodo e vario. Voglio pensare che da noi si legga poco un po’ perché ora siamo in una profonda crisi e comprare un libro costa. Ma vorrei consigliare, personalmente, di andare nei mercatini dell’usato, ce ne sono un’infinità e credetemi sembra di stare in una miniera d’oro. Tanti, bellissimi. E si legge poco anche perché la voglia di sognare sembra venire meno…
Un consiglio ad un esordiente che ha la sua storia nel cassetto e non ha trovato ancora nessun editore interessato a pubblicarla?
Lo sto facendo in questi giorni. Non fermatevi al sogno e non lasciatelo chiuso nel cassetto. Fategli prendere aria e pubblicatelo. L’eBook vi da la possibilità di realizzare un sogno e condividerlo subito con il mondo intero. Sognare è bello!
Ti piace presentare i tuoi libri al pubblico? Una domanda che non ti hanno mai fatto (e a cui avresti voluto rispondere) ed una che t’ha messo in difficoltà?
Non nego che tremano le gambe e chissà perché le mille mila cose che avevi in mente di dire vengono spazzate via da un’uragano di imbarazzo. Ma penso sia normale, mi piace scrivere, ma non sono un animale da palcoscenico.
Una domanda che non mi hanno mai fatto!? Vediamo… :
Parteciperai a una presentazione a New York dove sarai ospite di un Zombie events!?
Certo che si *___* {non me la faranno mai}
Difficoltà no, no non ancora…forse perchè sono abile a glissare…
Un autore (o più) che costituisce per te un benchmark. E perché? Che domanda faresti?
Sono tre, Shakespeare, Poe e Lovecraft. Perché racchiudono l’esatto connubio di realtà e follia. Perché riescono a rendere perfettamente il nostro continuo combattere tra conscio, inconscio, paure, fobie… ossessioni con le quali siamo costretti a vivere ogni giorno.
A Shakespeare chiederei se era vero che la storia di Romeo e Giulietta l’aveva trovata e rieditata e l’Amleto, quanto c’era dell’autore nel Principe di Danimarca.
A Poe chiederei di farmi vedere mentre scriveva, l’atmosfera che creava..
A Lovecraft chiederei: ma c’è qualcosa che ti fa morire dalle risate!? E cosa è!?
Quale suo libro consiglieresti ai nostri lettori?
Shakespeare, Romeo e Giulietta e l’Amleto, i miei preferiti in assoluto. Poe Il gatto nero. E Lovecraft i Racconti del Necronomicon.
Grazie per il tempo che hai voluto dedicarci. Come consuetudine di Giallo e Cucina, ti chiediamo di chiudere con una ricetta ed una citazione!
Grazie a voi per la pazienza e per l’onore, è stata davvero un’emozione. Vediamo, una ricetta… in genere io amo le pizze, ma anche le focacce, quelle che ti riempiono la casa di profumi caldi e piccanti. Se non avete voglia di preparare la pasta per pizza, come faccio io, prendo quella del supermercato, già pronta con la carta forno che ti permette di stenderla bene sulla teglia. Preparo una teglia di patate novelle e cipollotti, tagliate a pezzetti, così cuoce più in fretta e condisco con olio extravergine d’oliva, a filo non eccessivo, sale, paprika piccante, una spruzzata di origano, un po’ di pepe nero e zenzero se vi piace esaltare il gusto. Mettete al forno e controllate la cottura, una mezz’ora circa. Quando sono cotte cospargete il tutto sopra la pasta per pizza, finite la copertura con qualche fiocco sparso di gorgonzola al mascarpone. Rimettete al forno e quando è pronto… bè, aprite una bottiglia di vino bianco ghiacciato e via… godete!
Citazione:
L’uomo non è qua, perchè qua non è un posto, ed io sono qua per testimoniarlo. Jack Kerouac.
Grazie, mi sono divertita, mi è piaciuto da morire, le domande fantastiche…Grazie!