Trama
Jen è la giovane amante di Richard, un uomo di successo che la porta con sé per un weekend di sesso e relax in una sontuosa villa in mezzo al deserto. Le cose prendono una piega inattesa quando due amici di Richard, Stan e Dimitri, si presentano con un paio di giorni d’anticipo per la battuta di caccia che avevano organizzato. Il gruppo trascorre la sera insieme e Stan è profondamente eccitato da Jen, che del resto lo provoca apertamente. Il giorno dopo, in assenza di Richard, Stan violenta Jen mentre Dimitri non fa niente per impedirlo. Al ritorno di Richard lei vuole giustizia ma lui le offre solo un lavoro a Vancouver e quando Jen minaccia di raccontare della loro tresca alla moglie di Richard, lui non ci vede più…
Recensione a cura di Paola Rambaldi
La rivincita delle donne.
Un quarto d’ora in meno avrebbe giovato a Revenge ma esci soddisfatta e con qualche certezza in meno. Se finora eri convinta che un corpo contenesse al massimo quatto o cinque litri di sangue, qui devi ricrederti. Da ogni ferita dei protagonisti ne sgorga a fontane, per non parlare di quello sparso a terra in scie chilometriche. Sul finale poi, nei corridoi della villa, ne scorre talmente tanto che inseguitori e inseguiti ci potrebbero fare surf.
Stavolta al posto del solito nudo femminile esibito ne abbiamo uno maschile statuario e dopo tanti femminicidi, finalmente un’altra donna torna a prendersi la sua vendetta come se la prendeva Uma Thurman nel Kill Bill di Tarantino.
Fin dal titolo sai già dove andrà a parare il film di Coralie Fargeat, qui alla sua opera prima, che riesce comunque a incollarti alla poltrona con una trama semplice, animata solo da quattro protagonisti, cinque con l’uomo dell’elicottero, che li accompagna alla magnifica villa nel deserto dove Richard ospita la bella Jennifer.
Gli uomini in sala non mancheranno di apprezzare le grazie della sexy Matilda Lutz.
Richard è sposato con figli (lo si sente dialogare al telefono con moglie e bambini urlanti di sottofondo) e Jennifer è solo il diversivo di un week end che si è ritagliato con la scusa di una battuta di caccia con gli amici Stan e Dimitri che, purtroppo, guasteranno la festa arrivando con un paio di giorni d’anticipo.
Stan, stregato dalla bellezza di Jennifer, la stuprerà alla prima distrazione di Richard. E quando Richard tenterà di offrirle un lavoro a risarcimento della violenza subita, Jennifer rifiuterà, minacciando di raccontare tutto alla moglie. I tre uomini decideranno allora di ucciderla spingendola da un dirupo, ma quando torneranno per disfarsi del cadavere la ragazza sarà già sparita.
La vendetta di Jennifer parte proprio da qui.
La regista con uno stile tutto suo evita di mostrarci lo stupro, ma indugia sull’estrazione sanguinolenta di vetri e legni conficcati nelle carni. Per sopportare il dolore a Jennifer verrà in aiuto il peyote che le permetterà di cicatrizzare l’emorragia con unalattina di birra arroventata (come restino impressi in rilievo marchio e logo della birra è un mistero su cui preferiamo non interrogarci).
La storia è avvincente, le situazioni eccessive, le immagini patinate, i colori saturi, la trama da serie B, gli attori non ricordiamo di averli visti altrove, ma sono certa che risentiremo ancora parlare dei bellissimi Matilda Lutz e Kevin Janssens. D a vedere.
Che la vendetta sia con voi!