Recensione del film Perfect day di Fernando León de Aranoa a cura di Stefania Ghelfi Tani
Tratto dal romanzo “Dejarse Llover” di Paula Farias, medico di Medici senza frontiere, questo film drammatico ci racconta 24 ore durante quella che dovrebbe essere la fine del conflitto nei Balcani nel 1995.
Protagonisti sono i soccorsi umanitari che solcano le strade sterrate e infestate di mine della Bosnia per portare aiuto dove la burocrazia non lo impedisce, per soccorrere dove è possibile.
In scena un’operazione di normale e semplice amministrazione che si complica a tal punto da rivelarsi una missione impossibile e pericolosa…perché in tempo di guerra nulla è scontato.
Complicazioni senza senso, fragilità umane, equilibri delicati e instabili, ideali umanitari si intrecciano per donarci un racconto che lontano dalle bombe e dagli spari ci fa comunque respirare la densa cortina di polvere, dolore, paura e tragedia che permea questa terra e i suoi abitanti.
Tempi d’attesa, pazienza oltre ogni limite per tentare di dare ordine al caos, alle complessità quotidiane in un territorio ferito a morte.
Aranoa ci parla di un dramma attraverso l’impegno a volte inutile dei soccorritori, le parole di chi ci abita, gli occhi di un bambino, le relazioni umane.
Ottima l’interpretazione di Benicio del Toro che regge la drammaticità del film senza mai scadere nel patetico o nel banale e che con la sua solida fisicità e quella faccia spiegazzata rende la fatica, l’ingiustizia, la caparbietà di chi vorrebbe vincere ma che talvolta, purtroppo, deve arrendersi. Altrettanto buona la caratterizzazione di Tim Robbins, autoritario, contro le regole ed ironico ci svela come si può imparare a sorridere per sopravvivere e continuare a lottare anche quando si ha tutto contro.
Amara pellicola raccontata però con un misurato tono leggero.
Un omaggio a chi sta dalla parte giusta, a chi rischia la vita per “l’altro”, a chi resta in campo per aiutare.
Disincanto, innocenza, verità, coraggio, paura, ostinazione, speranza, macerie, povertà, morte e tanto altro in una storia semplice ma complessa e profonda.