Trama
Mosca, 1953. Leo Demidov, membro della polizia segreta sovietica dell’MGB, perde il proprio status quando rifiuta di denunciare come traditrice la moglie Raisa. Esiliati da Mosca e inviati in un gelido avamposto di provincia presso i monti Urali, Leo e Raisa aiutano il Generale Mikhail Nesterov ad indagare su una serie di delitti di bambini che avvengono lungo le ferrovie russe e che li porterà a scontrarsi con il folle Vasili, rivale di Leo della polizia segreta.
Recensione a cura di Alessandro Noseda
Tratto dal romanzo omonimo di Tom Rob Smith, Child 44 mixa con incredibile efficacia fatti realmente accaduti con la macabra fantasia dell’autore, anticipando di circa vent’anni gli efferati delitti del mostro di Rostov per collocarli nella CCCP degli anni ‘50.
Realistica e durissima, la pellicola esplora le correlazioni, disseziona i personaggi, tratteggia i luoghi, descrive con tanto di sensazioni olfattive le fogne del regime totalitario sovietico, impegnato vanamente a dare una rassicurante immagine di sé all’interno e all’esterno del Paese.
Il regista, anche attraverso una fotografia volutamente sottoesposta, fa vivere allo spettatore il terrore di un popolo che vive in continua tensione, in un sistema basato sull’assenza di totale di libertà, sulla delazione, sulla menzogna, sulla mistificazione ideologica.
Arresti immotivati, torture crudeli, tradimenti, esecuzioni sommarie, propaganda antioccidentale, spionaggio antisovietico, non manca davvero nulla nella storia di Tom Rob Smith, che sceglie come protagonista un ufficiale compromesso con la dittatura stalinista per indagare su un caso più politico che di nera.
Il film corre ansiogeno lungo i binari della ferrovia, con un percorso che mescola, senza alcuna prevedibilità, gli eventi e le emozioni sino a fonderle in un inatteso epilogo.
In questa atmosfera gelida e asfissiante, in questa società opaca, corrotta, violenta, colma di lati oscuri, si fronteggiano un investigatore e un omicida seriale, pieni di ansie, dubbi, incertezze. Non basta: il protagonista, l’investigatore, deve al contempo comprendere e ricostruire il proprio passato, gli orrori della guerra, la relazione con la moglie, l’amicizia cameratesca, il tradimento di ideali e affetti.
Imperdibile, ma per stomaci forti.