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Palato da Detective

#25. AGATHA RAISIN E LA “COTTAGE COOKING”
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Articolo di Giusy Giulianini

La cucina britannica, nessuno si offenda, non vanta molti ammiratori tra i palati più raffinati. Multietnica sì, perché da sempre ha dato spazio a tutte le cucine del mondo, ma non troppo apprezzata nei suoi piatti tipici. Fish and chips in primis, per non parlare di Yorkshire pudding (pastella riempita con carne, verdure e salse) e di jacked potato (patata al forno, servita aperta a metà e riempita con burro o formaggio). Piatti tutti, come si evince dal pur breve elenco, che semmai ricordano la pronta fruibilità dello street food, mentre la dicono lunga sull’attenzione che gli inglesi dedicano al cibo e alla sua preparazione.

British, in tal senso e fino al midollo, è l’irresistibile “detective per caso” Agatha Raisin, scaturita dalla penna di Marion Chesney (alias M.C. Beaton) nel 1992 e accompagnata da uno stuolo di fedeli lettori, dal suo esordio e per tutte le trentadue indagini che compongono la serie (Fig.1 – I libri di Agatha Raisin).

#25. AGATHA RAISIN E LA “COTTAGE COOKING”

Ironica, goffa, facile preda di amori infelici, ma accompagnata da un’inspiegabile fortuna investigativa, la nostra detective inciampa nella soluzione dei crimini, più per fatalità che per ferrea deduzione.

Nata a Birmingham in una famiglia di scarsi mezzi e disfunzionale, mal maritata e presto divorziata, Agatha sbarca a Londra, frequenta una scuola serale per segretarie e inizia a lavorare in un’agenzia di pubbliche relazioni. È l’inizio del suo riscatto: inviata a gestire un cliente scomodo nell’esclusiva Mayfair, si ritrova coinvolta in un delitto di cui è sospettato proprio quel cliente e a dimostrarne addirittura l’innocenza. La riconoscenza tangibile dell’uomo arriva sotto forma di un bel gruzzolo, sufficiente ad Agatha per aprire una sua società di PR. Brillante, cinica, ripulita nell’immagine e nell’accento, la nostra eroina miete anni di folgoranti successi nella pur competitiva Londra ma, alla soglia dei cinquanta, comprende di volere una vita diversa.

Rapporti affettivi sinceri, un ritmo più rilassato, un panorama di idillio bucolico, questi i suoi obiettivi. E dove realizzarli se non tra le dolci colline delle Cotswolds, prati verdissimi e cottage incantevoli? Agatha se ne era innamorata già ai tempi di una gita scolastica e ora non esita a sconfessare i suoi rampanti anni londinesi per un nuovo, bucolico inizio (Fig.2 – I luoghi di Agatha).

#25. AGATHA RAISIN E LA “COTTAGE COOKING”

Inutile dire che troverà tutto questo, ma anche una lunga serie di morti ammazzati, crimini che lei riuscirà puntualmente a risolvere e che la convinceranno ad aprire una nuova agenzia, questa volta però di investigazioni private.

Caschetto curatissimo di lucidi capelli castani, occhi ursini e gambe slanciate, sempre attenta all’eleganza come nei suoi anni londinesi, Agatha si innamora di continuo, si risposa anche, ma non è e non sarà mai una casalinga. Idilio campestre o no, si nutre di surgelati e cibi precotti, dedita più all’alcol (gin tonic, soprattutto) che alla buona cucina.

Salvo qualche occasione in cui il corteggiatore di turno la invita in un ristorante gourmet, Agatha è soprattutto una frequentatrice di pub (il Red Lion, in particolare), dove il vertice delle prelibatezze culinarie è rappresentato da fry-up (uova sbattute, bacon, pomodori grigliati e funghi), fish and chips o da cottage pie (pasticcio di carne e verdure ricoperto da una crosta di patate).

Non sembrerebbe difficile nemmeno cucinarli in casa, ma Agatha neppure ci pensa. Anzi, quando prova a partecipare a una gara culinaria portando una torta salata acquistata in rosticceria (Agatha Raisin e la quiche letale), il giudice del concorso muore avvelenato.

E non le va meglio neppure quando partecipa a una grigliata in casa di amici (Agatha Raisin. Amore, bugie e liquori), perché lei “odia i barbecue. I barbecue vanno bene per gli americani, gli australiani, i polinesiani, o qualunque altro popolo omaggiato da un clima favorevole. Gli inglesi, lo sa per esperienza personale, adorano le carni malcotte, servite su piatti di carta in un giardino infestato dagli insetti”. Tant’è vero che le pare che il padrone di casa stia “cuocendo cadaveri sul barbecue” e che, tagliando un pezzo di pollo, coli sul piatto un vero fiotto di sangue. Così, non le resta che fuggire a gambe levate e rifugiarsi in macchina a mangiare hamburger e patatine fritte, perché ”non c’è niente di meglio del cibo spazzatura, quando sei a terra”.

E che dire quando si trova a promuovere una festa parrocchiale in cui muoiono avvelenati alcuni assaggiatori di una gara di marmellate e lei stessa finisce tra i sospettati? O quando si reca a una fiera paesana dove a sfrigolare sullo spiedo, al posto del maiale, c’è il cadavere di un uomo con la testa tagliata (Agatha Raisin e il maiale allo spiedo)?

La gola uccide, questa è la sacrosanta verità e mai appare evidente come nei gialli di Marion Chesney. È innegabile del resto che il connubio cibo-morte riscuota da tempo grande successo nel panorama della narrativa crime, a rappresentare l’inossidabile contrapposizione tra piacere e paura. Tanto da farne scaturire un particolare sottogenere, quello dei culinary misteries, che negli Stati Uniti sono ormai popolarissimi e riempiono pagine e pagine di riviste specializzate con i piatti proposti, soprannominati food noir. La serie di Gourmet detective di Peter King, solo per fare un esempio, ha riscosso un tale successo da essere ben presto trasposta in una fiction televisiva.

#25. AGATHA RAISIN E LA “COTTAGE COOKING”

Sia come sia, i gialli di Marion Chesney e la sua irresistibile Agatha Raisin appartengono di diritto al genere cosy crime, un dilettevole (come suggerisce il termine inglese) connubio tra mistero e divertimento.

 Curioso comunque che Agatha, che non a caso porta il nome dell’indimenticata Dame Christie, assommi in sé la curiosità della più celebre investigatrice del crime village, Jane Marple, e le pessime inclinazioni dei detective dell’hard boiled: fumo, alcol e cibo spazzatura.

L’autrice

MARION CHESNEY è nata a Glasgow in Scozia nel 1936 e là si è spenta nel 2019. Nella sua intensa vita è stata libraia e giornalista di moda e di cronaca nera, per poi dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Autrice amatissima dal pubblico, sotto diversi pseudonimi ha pubblicato centosessanta romanzi, di genere storico, romance e crime, e ha venduto nel mondo oltre venti milioni di copie.  La sua consacrazione come scrittrice è arrivata con i romanzi crime aventi come protagonisti Hamish Macbeth, il poliziotto delle Highlands, e Agatha Raisin, l’ex PR divenuta detective dopo essersi trasferita nelle fiabesche Cotswolds. firmate come M.C. Beaton e pubblicate entrambe in italiano da Astoria. Entrambe le serie hanno avuto riduzioni radiofoniche e televisive. Dalla serie su Agatha Raisin nel 2016 è stata tratta una fiction televisiva britannica, andata in onda anche in Italia.

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