La proposta per la rubrica di questo mese è dovuta al gruppo di lettura del quale faccio parte, al primo incontro abbiamo deciso di leggere “L’uomo duplicato” di José Saramago. L’avevo letto appena uscito e rileggendolo ho pensato, una volta di più, come, passando il tempo, l’impatto di un libro su di noi, cambi, come alcune cose cui non avevo dato molta importanza nella prima lettura adesso mi siano parse degne di un’approfondita riflessione.
“L’uomo duplicato”, titolo originale “O Homem Duplicado” è un romanzo dello scrittore portoghese José Saramago, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1998. Pubblicato in Portogallo nel 2002, in Italia l’anno successivo da Einaudi, è uno dei suoi lavori più intriganti e complessi, che esplora temi filosofici, esistenziali e psicologici con il suo stile inconfondibile, caratterizzato da frasi lunghe e una narrazione che spesso gioca con la percezione del tempo e dello spazio.
Il professore di storia Tertuliano Máximo Afonso è un uomo che vive una vita monotona. Un giorno, guardando un film, che gli è stato consigliato dal collega di matematica, riconosce, con stupore, un attore che gli somiglia incredibilmente. Afonso scopre di avere un doppio: un altro uomo che sembra essere esattamente come lui. Inizialmente incredulo, decide di cercarlo e scoprire la verità, dando il via a una serie di eventi che porteranno a un’analisi profonda della propria identità e della realtà.
Il suo doppio si chiama Antonio Claro e, come Afonso, vive una vita apparentemente normale, ma in modo completamente diverso: più sicura, più audace. Questo incontro tra i due uomini diventa il fulcro della narrazione, esplorando temi come la doppiezza dell’identità, il destino e le scelte che definiscono la vita di una persona.
Fra i temi principali trattati da Saramago segnalo quelli sui quali ho riflettuto di più:
l’identità e il doppio: Afonso e Claro sono uguali fisicamente, ma sono anche profondamente diversi nei comportamenti e nelle vite che conducono. Il romanzo pone l’interrogativo su cosa definisce l’identità di una persona: è il corpo, la coscienza, o qualcosa di più profondo, come le esperienze vissute?
La solitudine e la ricerca di sé: entrambi i protagonisti sono uomini che affrontano la solitudine, ma in modo diverso, soggettivo. Afonso è intrappolato in una vita grigia e insoddisfacente, mentre Claro, pur avendo una vita apparentemente più “realizzata”, è ugualmente in lotta con se stesso. La scoperta del doppio diventa quindi una metafora della difficoltà di confrontarsi con ciò che siamo veramente.
La casualità e il destino: il romanzo esplora il ruolo del caso e della scelta nelle nostre vite. La coincidenza dell’incontro con il doppio fa riflettere su quanto le nostre esistenze siano frutto del destino o del caso, e su come le nostre scelte determinano ciò che siamo.
Il potere della percezione: Saramago gioca anche sul modo in cui la percezione e l’interpretazione della realtà influenzano il nostro comportamento e le nostre relazioni. I protagonisti sono in costante conflitto con le proprie percezioni, cercando di decifrare cosa sia “vero” e cosa sia il frutto di un’immaginazione disturbata.
José Saramago è noto per il suo stile unico che, in questo romanzo, si esprime attraverso periodi lunghi, mancanza di punteggiatura e dialoghi intrecciati. Questa scrittura, che può sembrare complessa e difficoltosa, è una caratteristica distintiva del suo modo di scrivere che ha lo scopo di sfidare il lettore e di entrare nel flusso della coscienza dei personaggi.
“L’uomo duplicato” è un’opera che, come molti dei romanzi di Saramago, lascia spazio a molteplici interpretazioni. Non è solo una riflessione sull’identità, ma anche un’analisi del senso di isolamento che può accompagnare ogni essere umano, anche quando si è in compagnia di un altro sé. La storia invita a interrogarsi sulla natura della realtà, sul significato delle nostre scelte e sul modo in cui percepiamo gli altri e noi stessi.
“L’uomo duplicato” è un romanzo che invita a riflettere su temi universali: la natura dell’essere umano, la percezione di sé e la difficoltà di definire un’identità stabile in un mondo che cambia continuamente.
Ne consiglio la lettura se piacciono i romanzi che sfidano la percezione della realtà e che offrono molteplici spunti di riflessione.
Trama
Protagonista del romanzo è un professore di Storia di scuola media dal nome altisonante, Tertuliano Màximo Afonso. Separato dalla moglie senza ricordare né perché si è sposato né perché ha divorziato, ha difficoltà nelle relazioni col prossimo e si può definire un depresso. Conduce una vita solitaria e noiosa, fino al giorno in cui non fa una scoperta sensazionale: dietro consiglio di un collega, noleggia una commedia leggera in videocassetta ed eccolo faccia a faccia con una comparsa che, ben più che somigliargli, è lui. Un autentico doppio, la cui esistenza travolge quella di Tertuliano, che da quel momento farà di tutto per scoprire chi sia quell’attore, cosa faccia, che storia abbia, e si immerge così in un’inquietante realtà parallela, ricca di suspense e di spunti di riflessione sull’identità.
Dettagli
• Genere: narrativa
• Copertina flessibile: 272 pagine
• Editore: Feltrinelli (2018) (1^ uscita Einaudi 2003 copertina rigida)
• Lingua: Italiano
• ISBN-10 : 8807890615
• ISBN-13: 978-8807890611

