Trama
Nel 1945 Il signor Monde, corpulento ed agiato erede di una attività familiare, conserva nel suo quotidiano la fragilità di una infanzia infelice tra un padre assente e fedifrago e la solitudine di giovane che con imbarazzo si inoltra nella vita. Un matrimonio infelice ed un secondo senza entusiasmo congelano il suo essere in piccoli gesti, in cautele per non offendere, per non concentrarsi sulla grettezza della seconda moglie, sulla inetta ed ambigua essenza del figlio, sulla avidità della figlia. È un momento, un attimo, tra le ordinarie carte ed i rumori della ditta ed egli, nel giorno del suo compleanno da nessuno ricordato, prende i contanti che aveva in banca (anche se poi se ne pente, perché la sua idea, pur confusa, era quella di una vita da clochard), smette i suoi abiti curati ed eleganti, prende il treno e finisce a Marsiglia. Qui incontra una ragazza, Julie, di cui si prenderà cura per un periodo; se ne andranno a Nizza e sarà lei a trovargli un posto da contabile quando Norbert si farà rubare tutti i soldi. Il signor Monde diventa Desirè, osserva il mondo dall’oblò di un locale notturno. Osserva e guarda dalla sua nuova condizione di uomo che ha sceso i gradini. Ma egli nasconde dentro di sé l’incapacità del male, l’incapacità di sottrarsi alle necessità ed agli obblighi. Per lui la caduta è infine il passo per consumare una nuova muta, per rinascere con una disillusa ma solida pelle. E più di tutto, il signor Monde vuole vedere il mare: “era corso lì da lontano, era corso verso il mare sconfinato e azzurro, più vivo di qualsiasi creatura, anima della terra, anima del mondo, respirava placido accanto a lui” e vuole raccontare al mare “della sua stanchezza infinita, del suo lungo viaggio di uomo”. A Marsiglia incontra una donna che non gli chiede nulla e vive con lei giornate diverse. Ma poi qualcuno torna dal suo passato: una donna che lo aveva lasciato, e che ora conduce una vita miserevole, distrutta nel corpo e dipendente dalla morfina. L’incontro sarà foriero del ritorno del signor Monde alla sua vera identità, alla sua azienda, alla sua famiglia. Tornerà cambiato, “senza più fantasmi, né ombre”, ora “egli guarda la gente negli occhi con fredda serenità”.
Recensione a cura di Pasquale Schiavone
“Era una sensazione dolce e amara a un tempo, come quei dolori che culliamo, che circondiamo di piccole attenzioni per paura di vederli svanire “
Il grande Simenon non delude quasi mai. Breve ma carico di significato, come tutti i libri letti finora. Questo splendido libro scorre che sembra una poesia.
L’autore riesce a sviscerare e ad affrontare un tema – la fuga – in maniera davvero interessante e per nulla scontata.
E poi le ambientazioni, che Simenon riesce a descrivere in maniera magistrale, in questo libro sono qualcosa di eccezionale. Mi ha permesso di aggirarmi tra Parigi e Nizza negli anni quaranta, ricostruendone magnificamente i luoghi e le atmosfere.
Traccia suggestivi e perfetti ritratti psicologici dei personaggi usando una scrittura essenziale, precisa e cristallina. Non spiega perché i suoi personaggi agiscono in un certo modo, il perché emerge dai loro gesti, dai posti in cui si recano, dalle porte che aprono, dai vestiti che indossano, da come frugano nelle loro borsette, da come affrettano il passo.
Il tema della “fuga” è stato affrontato da diversi autori, ma Simenon è sempre qualche misura più avanti perché non descrive una voglia generica di fuggire, bensì la nostra voglia, quella che cova in ognuno di noi e che non saremo mai in grado di soddisfare. In fondo, descrivendo il signor Monde, non fa altro che descrivere il lettore.
Simenon tratteggia un altro personaggio notevole, un uomo in fuga dal grigiore e da una quotidianità fatta di gesti misurati e “per non dare fastidio agli altri”. Si può andare via, lasciarsi tutto e tutti alle spalle e diventare qualcosa di diverso da quello che si è? Oppure la fuga in un altro luogo è l’unico modo per autorizzarci a essere precisamente quello che si è, in qualsiasi situazione o città o ambiente sociale?
Come sempre Simenon riesce a penetrare i recessi più profondi della vita di un uomo, i suoi desideri, le sue paure e la sua capacità di affrontare le sfide, per una volta lasciando aperta una speranza di redenzione, se pure amara. Schiacciato da un matrimonio fallito e uno senza sentimento, da un’infanzia difficile e incerta decide all’improvviso di dare forma ad una fuga dalla sua vita, in modo così naturale da fargli pensare che l’aveva da tanto tempo immaginata. Frammenti della sua vita passata e la sua incapacità al male, all’indifferenza verso gli altri, alla leggerezza nei confronti di una vita senza domani lo fanno tornare sui suoi passi ma depurato dalla sua angoscia, guardando la vita in terza persona, lasciando andare definitivamente quello che non poteva recuperare.
Simenon descrive la “fuga” di questo suo personaggio attraverso ambienti densi e atmosfere che il signor Monde impara a vedere da un’altra prospettiva, da un’altra ottica, quella di un uomo diverso, un uomo libero dalle convenzioni sociali, libero di vivere come un uomo “normale”.
L’autore descrive con particolare cura la psicologia del personaggio, mostrando attenzione verso ogni singola sfumatura del suo abituale carattere, e descrivendone passo dopo passo il suo cambiamento.
Dettagli
- Genere: Narrativa
- Copertina flessibile: 154 pagine
- Editore: Adelphi (9 Febbraio 2011)
- Collana: Biblioteca Adelphi
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8845925528
- ISBN-13: 978-8845925528