Per questo articolo e per altri in futuro, non proporrò – l’identikit della bevanda – perché il personaggio di cui scrivo non è legato solamente a una bevanda ma nel corso del tempo ha modificato le sue preferenze e quindi non mi piace proporre una bevanda unica, perché la complessità del personaggio in qualche modo è legata anche a questa sfera. Per i detective di scuola americana, che ho proposto fino ad ora, invece ho operato una scelta, abbinandoli ad una bevanda specifica. In realtà fa parte del personaggio del detective, così come ci è stato descritto dai principali autori americani, non solo di quelli dei quali ho scritto fino ad ora, il rapporto particolare che hanno con l’alcol. Il periodo storico nel quale sono stati scritti e il mondo che rappresentavano facevano sì che dovessero essere descritti come uomini duri, amanti delle pupe, dell’alcol e del fumo. Per quasi tutti questi personaggi, gli alcolici che venivano descritti nei libri erano di tipo diverso e spesso anche il caffè era il loro compagno durante gli appostamenti o per schiarirsi le idee dopo una sbornia.
Il personaggio di cui scrivo oggi ha avuto uno sviluppo personale nel corso degli anni cambiando o meglio ampliando le sue preferenze in fatto di bevande. Prima l’abbiamo conosciuta che beve prevalentemente caffè , poi però il vino prende sempre più piede nella sua vita. I superalcolici sono poco presenti e sempre in momenti particolari, quasi a sottolinearli.
Il PERSONAGGIO
Kay Scarpetta, nata dalla penna di Patricia Cornwell, non è una detective tradizionale, ma un’anatomopatologa che risolve casi complicati collaborando con le autorità.
Come detto sopra, nei primi romanzi beve il caffè espresso, preparato con la moka. Nei primi libri (anni 90 del secolo scorso) il caffè regna sovrano in “Postmortem” (1990) Scarpetta è dipinta come una workaholic, con l’espresso come unica bevanda ricorrente. Non ci sono riferimenti al vino, l’attenzione è tutta su autopsie, tecnologia forense e tensioni con la polizia. In “Oggetti di reato” (1992 in Italia) compare il whisky, bevuto in un momento di stress, ma il vino è ancora assente.
La svolta: a partire dalla fine degli anni ’90, Scarpetta inizia a bere vino con regolarità, soprattutto nei momenti di riflessione o dopo casi particolarmente crudeli: la prima menzione esplicita del Brunello si ha mentre analizza un caso in “Cause di morte“. Il vino come rito notturno, legato alla solitudine e al bisogno di decompressione. Per i vini italiani vengono sempre menzionati i vitigni ma non i marchi commerciali. Solo in alcuni casi particolari i vini vengono menzionati con il loro marchio (Opus One p.es. -vino californiano-) che assume un ruolo terapeutico.
La crescita del personaggio, come detto, passa anche dai cambianti nei suoi gusti, con il passare del tempo, Patricia Cornwell la umanizza, dandole rituali privati. Di pari passo cresce l’influenza italiana, vengono esplicitate le origini venete di Scarpetta, legandola alla cultura del vino. Il vino riflette il suo successo professionale (es. bottiglie rare come Silver Oak).
Il caffè rimane un’ancora, anche quando il vino diventa importante, Scarpetta non abbandona l’espresso (soprattutto durante le autopsie). È un simbolo della sua doppia natura:
Caffè = disciplina professionale, Vino = vulnerabilità e piacere privato.
In momenti di estrema tensione ci sta anche un whisky e la vediamo anche alle prese con un tè caldo (in una trasferta in Inghilterra).
Scarpetta non è un’alcolista, ma in alcuni romanzi p.es. “L’ultimo distretto“ ricorre al vino per gestire lo stress. La sua relazione con l’alcol è misurata, ma a tratti diventa un piccolo rifugio. Il suo bere è sempre controllato ed è un simbolo di eleganza. Ha un gusto raffinato per il vino, soprattutto italiano, preferibilmente rosso corposo e strutturato. Essendo una brava cuoca, abbina i vini ai cibi che prepara.
Il vino diventa alleato del ragionamento, spesso sorseggia un bicchiere di vino mentre analizza prove complesse. (Posai il bicchiere di Brunello accanto al microscopio. Il rosso rubino del vino sembrava ironicamente simile alle macchie di sangue che avevo appena analizzato. Bevvi un sorso: il tannino asciugò la mia stanchezza, restituendomi il controllo.” – da “Il cimitero dei senza nome, semicit.)
Il gesto del bere è associato a momenti di concentrazione solitaria, quasi fosse un catalizzatore per il pensiero logico. Nel tempo la vediamo bere mentre studia il profilo di un killer, a volte condividendo una bottiglia con il suo partner per discutere di casi in un clima di confidenza intellettuale, bere vino inoltre ha una funzione di rito di purificazione simbolica, per riconquistare la normalità. Kay Scarpetta mantiene un rapporto elitario col vino: non beve per dimenticare, ma per elaborare. Sceglie etichette di qualità, mai drink casuali: bere è come un’estensione del suo carattere metodico.
Patricia Cornwell per delineare al meglio il personaggio inizialmente descrive il caffè come caffè forte, poi si fa più precisa e si riferisce all’espresso.
CURIOSITÀ
Patricia Cornwell, nei suoi tour italiani, per quanto riguarda l’uso della caffettiera, ha confermato di aver voluto dare alla protagonista un dettaglio “europeo” per distinguerla dai detective americani.
Negli anni ‘80-‘90 l’espresso negli Stai Uniti era ancora una rarità, associato alle comunità italo-americane o ai locali “bohemien”.
-Solo il 9% degli americani beve espresso regolarmente (vs. 41% che preferisce il caffè filtrato).
– Nel 2023, le vendite di macchine per espresso domestiche sono aumentate del 22%. Sempre più acquirenti di macchine per espresso, cercano modelli da bar.
Patricia Cornwell durante un’intervista a NPR, ha detto: “Kay beve espresso perché è preciso, intenso e non lascia spazio ad errori, come le sue autopsie.”
VALUTAZIONE PERSONALE
Come Scarpetta, preferisco l’espresso senza zucchero e come lei, ho una moka fedele. Il profumo del caffè che si spande nella cucina è il mio rito mattutino.
Per quanto riguarda i vini, come Kay Scarpetta preferisco bere del buon vino ma sicuramente ne bevo molto meno d lei e preferisco i bianchi ai rossi.
per scrivere questo pezzo ho consultato:
tutti i libri di Patricia Cornwell / https://www.italianwinelover.it/blog/classifica-vini-italiani-piu-esportati/https://www.bargiornale.it/featured/negli-stati-uniti-il-caffe-e-la-bevanda-preferita/https://www.mordorintelligence.it/industry-reports/global-coffee-machine-market/https://www.anima.it/media/comunicati-stampa/mercato-macchine-caffe-professionali-lieve-crescita-2023-quota-export-supera-75.kl