Prova di maturità per Arnaldur Indridason, che abbandona in questo romanzo i canoni classici del giallo, per regalarci un ottimo lavoro, una perla. In questo episodio, ci sono tutti i presupposti perché i personaggi rendano al meglio. Così, Erlunder, agente particolarmente “coinvolto” per i casi di sparizione, si trova alle prese con il ritrovamento di uno scheletro sul fondo del lago, legato ad uno strano apparecchio di fabbricazione sovietica.
Inizia così una indagine a tutto campo. Sullo sfondo delle vicenda pian piano compare l’ombra della guerra fredda in Islanda. In un clima di incertezza e omertà, con pagine del presente che si alternano a pagine in cui vengono trattate vicende storiche, reti di spie, si sviluppa una trama accattivante, a tratti inquietante, che ti costringe ad andare avanti per sapere, chi giace in fondo al lago. L’abilità di Indredason, a parer mio, è quella di far perdere in continuazione ogni punto di riferimento e ritrovarsi, capitolo dopo capitolo, a sospettare di tutto e di tutti, vivendo il clima di tensione della Germania dell’Est in quegli anni. Chi ha avuto modo di vedere il film ‘Le vite degli altri’ può ritrovare quelle sensazioni. Un libro consigliato, uno dei migliori della serie.
La citazione : “Chi scherza col fuoco si scotta, però rimane sempre sorpreso, quando succede. Sempre maledettamente innocente e sorpreso quando si brucia.”