Recensione a cura di Alessandra Rinaldi
“Bellissimo!”Questa è stata la prima parola che ho pronunciato quando ho letto la parola “fine”.
Mi sono separata a malincuore da personaggi che riescono a rapirci. Non conoscevo Laura Veroni e non avevo idea che questo fosse il terzo libro di una serie dedicata al pubblico magistrato Elena Macchi, donna all’apparenza fredda e sicura di sé.
Un giallo ambientato tra Varese e Marzio. Una serie di omicidi in apparenza slegati l’uno all’altro. Chi può volere la morte di queste persone? Perché vengono uccise in maniera così bizzarra?
Un puzzle, un mosaico da ricostruire con tasselli che portano alla luce vicende scomode, dove non esiste etica e tutto è riconducibile alla solitudine.
Le descrizioni dei luoghi sono dettagliate: sono rimasta affascinata dal piccolo paese di Marzio, raccontato mentre scende la neve. Il lettore si trova immerso in questa atmosfera fiabesca a tal punto da percepire il freddo e il ghiaccio che caratterizzano la stagione invernale.
I personaggi sono dipinti al meglio, ognuno di loro, all’apparenza freddo e senza sentimenti, nasconde debolezze e fragilità appena accennate, ma evidenti in tutto il romanzo.
Amore, passione e morte: chi meglio di questo giallo racchiude il significato recondito di queste parole?
Amore: per i genitori, per la famiglia, per il proprio lavoro, per la musica.
Passione: per il proprio compagno, per la missione alla quale si è chiamati a compiere, per qualcuno che, all’improvviso, si accorge di noi e ci consente di dare una sferzata a una vita monotona.
E morte: fisica certo, ma anche come liberazione delle proprie pene e dei propri dolori.
Un misto di suspense, sensualità e intreccio che tengono incollati alle pagine.
Struggente il finale dove Elena riesce a far emergere tutta la fragilità che cerca di tenere sotto controllo, nonostante tenti di affiorare di continuo.
Un viaggio attraverso la nostra parte più intima, quella che proteggiamo con atteggiamenti a volte troppo sfrontati, quella parte più nascosta che troviamo dentro ognuno di noi e che, quando meno ce lo aspettiamo, prende il sopravvento rendendoci vulnerabili.