Segreti che uccidono è l’ultimo romanzo thriller consegnato alla Newton Compton da Riccardo Landini e pubblicato dalla casa editrice nel marzo scorso. Il romanzo racconta la terza vicenda con protagonista il restauratore di mobili Astore Rossi. Anche in questo giallo, come nei due precedenti (Il giallo di via San Giorgio e Il giallo della villa abbandonata), la protagonista, insieme ad i vari personaggi, è una casa. Per l’esattezza sono più di una le residenze protagoniste del romanzo, la principale è senz’altro quella di Garbano. Una piccola villetta, persa nelle colline emiliane non molto ospitale, almeno inizialmente (manca l’acqua calda e l’elettricità), ma che Astore saprà rendere vivibile. Astore vi si reca per trascorrere una vacanza. La prima dopo vent’anni di lavoro. Ma andiamo con ordine. Astore è come sempre all’opera nella sua officina di restauratore di mobili antichi, quando riceve, dall’amico Sergio Candurra, una serie di mobili da restaurare, di provenienza ignota. Non è la prima volta che Candurra gli affida dei mobili da far tornare all’antico splendore, per cui Astore non si sorprende più di tanto di quell’arrivo imprevisto. Poi l’amico se ne va e lui prosegue la sua giornata nel laboratorio. Quando finalmente comincerà a valutare il lavoro che quei mobili richiedono e ad ispezionarli più da vicino farà una scoperta che da lì in poi sconvolgerà la sua esistenza. Fin qui il racconto delle prime pagine del romanzo. Il resto ovviamente dovrete scoprirlo voi, leggendo questo avvincentissimo libro. Aggiungo solo che oltre ad Astore il romanzo vede la presenza di un gran numero di personaggi, grandi e anche piccoli. In questo romanzo troveremo un Astore come sempre poco incline ai rapporti umani, e che quando le cose, suo malgrado, cominceranno a mettersi male eviterà come al solito di coinvolgere le autorità, foriere di tristi ricordi, e proverà a cavarsela da solo. I vari “contrattempi” nei quali incorrerà Astore si susseguiranno rapidi, cosi come anche i suoi tentativi di arginarli, donando alla storia un ritmo sostenuto. Non manca nulla in questo racconto: amore, suspense, sorprese, dolore. Un campionario completo di emozioni e di trovate raccontate in maniera rimarchevole. Perché la storia, l’intreccio sono importanti. Fondamentali per tenere avvinto il lettore al libro, ma fondamentale è anche come queste vicende vengono raccontate e leggere i romanzi di Landini, da questo punto di vista, è un vero piacere. Scrittura chiara, termini appropriati, così la lettura scorre rapida e piacevole senza “impuntamenti”. Non mancano momenti ironici e più divertenti che stemperano la tensione del racconto. Un romanzo che non è solo un giallo ma, come nella migliore tradizione delle vicende nel quale è protagonista Astore, regala al lettore tanti spunti di riflessione. Un personaggio particolare, Astore, al quale ci si affeziona immediatamente per quel suo carattere solo apparentemente poco socievole ma che da un grande valore all’amicizia ed all’amore. L’amore per un amico, per una donna, e per la verità. In questa storia scoprirà anche l’affetto che un padre può provare verso un figlio. Avrà modo di capirlo quando il suo amico Sergio, prima di darsi alla macchia, gli affiderà la figlia, Isabella di sette anni. Un finale dolce amaro, forse più amaro che dolce ma che nelle ultime righe riserverà un imprevedibile colpo di scena che regalerà un enorme, e quanto mai necessario, sorriso. In definitiva un libro che non tradirà le aspettative, sempre alte ad ogni nuovo lavoro che Landini pubblica. Complimenti.