Bologna nessun dolore
Oscar Aldrovandi è un giovane affetto da analgesia congenita, che comporta la totale assenza di qualsiasi tipo di sensazione dolorosa. Vive con la madre vedova e conduce un’esistenza tranquilla; commesso in un negozio della grande distribuzione, ama il suo lavoro, i videogame e segretamente Elena, collega della panetteria. Oscar vive nel ricordo del padre, che lo aiutava nella difficile integrazione con il tessuto sociale circostante. Tutto procede nella consueta routine quando accade qualcosa di inaspettato, due balordi cercano di sottrargli una miniatura per lui preziosa, pezzo unico della sua collezione. Oscar reagisce per paura e disperazione e da quel momento la sua vita cambia, proiettandolo in un delirio inarrestabile. Mentre Oscar si muove in una Bologna marginale come in un videogame, il commissario Guerra cerca di capire chi ha ucciso due giovani di una banda locale e chiede aiuto a Trebbi che faticherà non poco a scoprire chi sta inconsapevolmente innescando una pericolosa guerra fra bande rivali nella periferia bolognese.
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Recensione a cura di Dario Brunetti

Bologna nessun dolore è un romanzo di Massimo Fagnoni uscito per la Fratelli Frilli editori che vede come protagonista l’investigatore Galeazzo Trebbi. Questo ottavo capitolo dedicato all’ex poliziotto si concentra sulle vicissitudini di Oscar Aldrovandi, un ragazzo affetto da una rarissima patologia. Si tratta di Insensibilità Congenita al dolore, una neuropatia di tipo sensoriale caratterizzata dalla completa assenza della percezione al tatto sin dall’età neonatale. Oscar vive da solo con la madre e soffre per la scomparsa di suo padre Gaspare, di cui rivive ogni istante. Una figura fondamentale per il ragazzo perché rappresentava un punto di riferimento notevole che riusciva a dargli sostegno, ma soprattutto ad integrarlo in una società poco pronta ad accettarlo.

Nonostante la sua disabilità, Oscar conduce una vita tranquilla, lavora in una panetteria dove c’è anche Elena, una ragazza per la quale ha un debole e a fine giornata passa il tempo giocando con i suoi videogames. La sua routine quotidiana viene scombussolata dal tentativo di furto di una miniatura rappresentata da un drago rosso da parte di due delinquenti. Oscar difenderà con tutte le sue forze il prezioso oggetto per cercare di non farselo sottrarre, ma accadrà qualcosa di inaspettato. Sarà solo l’inizio di una serie di eventi incredibili che porterà una spirale di inaudita violenza.

Galeazzo Trebbi coadiuvato dal commissario Guerra dovrà indagare sulla morte di due ragazzi appartenenti a una banda locale. Si tratta di un caso di un regolamento di conti tra bande rivali?

Intanto le strade della periferia bolognese si sporcano di colore rosso sangue e i protagonisti saranno chiamati più volte ad accorrere sul luogo del delitto.

Fagnoni racconta una Bologna di periferia, sporca e degradata in cui imperversa la mafia nigeriana che gestisce lo spaccio di sostanze stupefacenti e che nel corso degli anni, ha preso il sopravvento in tutta Italia diventando sempre più potente e pericolosa anche grazie al sodalizio che la lega alla mafia siciliana e  all’ndrangheta.

Sullo sfondo c’è il giovane Oscar sempre più allo sbando e che diventerà l’elemento imprevedibile di questo noir così ben strutturato dall’autore bolognese. Il personaggio di Oscar è così ben tratteggiato da Fagnoni che sembra appartenere a un mondo surreale e magico, di miti e supereroi che tende a emulare, soprattutto per proteggere sé stesso dal male, proprio perché suo padre Gaspare non c’è più e non può garantirgli quel rifugio sicuro chiamato casa, offrendogli quel senso di protezione. Non potrà più sedersi accanto a lui davanti al televisore per condividere insieme la serie del tenente Colombo.

A proposito del tenente Colombo, anche il buon Fagnoni rispolvera il genere tanto caro a William Harrington, (creatore del personaggio diventato poi un mito per il pubblico televisivo grazie a un eccellente Peter Falk e ai suoi ideatori Richard Levinson e William Link) apportando la tecnica dell’inverted novel, nota anche come “howcatchem” che vuol dire come prenderlo.

In questo romanzo sapremo dall’inizio il volto dell’assassino, ma sarà interessante per il lettore capire in che modo arriverà a scoprirlo il nostro Trebbi che dovrà incastrare i tasselli dell’indagine nel modo giusto, proprio come quel buffo ma geniale tenente.

Se per la tecnica narrativa utilizzata Bologna nessun dolore somiglia a un romanzo poliziesco invertito, in realtà sarà un noir dai contorni torbidi con un finale dal retrogusto piuttosto amaro da dove si esce solo sconfitti, forse gli unici a sopravvivere saranno il commissario Guerra e infine lui, quel Galeazzo Trebbi deluso dalle ingiustizie della vita che sottopone i più fragili a una punizione troppo pesante.

 

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