Recensione a cura di Elio Freda
Esce il quinto libro di Wulf Dorn e ancora sulla copertina si ricorda che è l’autore de “La Psichiatra”. Capisco che abbia avuto successo ma non credo valga la pena legare il proprio nome a un romanzo, solo uno e il primo. Ok sono troppo critico. Il motivo reale è perchè tra i protagonisti c’è proprio Mark Behrendt, amico di infanzia della protagonista e appunto protagonista de “La Psichiatra”. Quindi erano “errate” le altre tre copertine. Ad ogni modo dividerei la mia recensione in due parti disteinte e separate. Scheda tecnica : in una parola un thriller perfetto. C’è dentro adrenalina, suspance, intrigo, flashback e selezione delle scene pressocchè perfetta, da strutturarci sopra un corso di scrittura creativa sul genere. Nulla da dire. Non ho mai negato che Dorn scrive veramente bene. Le dolenti note sono sulla storia. In una parola: inconsistente. Verrebbe da dire molto rumore per nulla o meglio grosse aspettative disilluse. La risoluzione dell’enigma è troppo fragile, troppo campata in aria per riuscire a soddisfare la lettura. A mio parere, anche il (vano) tentativo di rendere la paura agli occhi del lettore come lo stato d’animo capace di indurre scelte o decisioni non sortisce l’effetto voluto. Ho letto tutti i libri di questo autore e credo che continuerò a farlo nell’attesa che torni ad accendersi la lampadina giusta.