Perdona loro
Neri è un uomo dal passato oscuro, dal presente tormentato e dal futuro incerto. Stanco del peso psicologico di un mestiere – l’inviato di guerra – fatto per troppi anni e con troppa convinzione, è venuto a rifugiarsi nelle Marche, più precisamente nei Castelli di Jesi, sua regione d’origine, senza grandi progetti, tranne quello di rimettere insieme i brandelli della sua vita; uno scopo al quale gli tornano utili l’isolamento quasi monacale («nessuno sano di mente verrebbe a cercarti fra queste colline»), e la routine dei pranzi e delle cene nella trattoria di Jolanda, un autentico tempio della buona cucina dove la proprietaria cura col cibo il corpo e lo spirito, e dove Neri si rintana per lasciarsi definitivamente alle spalle i ricordi e un matrimonio finito. Ben presto però la routine viene stravolta da un caso clamoroso: l’inspiegabile sparizione di un prete. E più Neri cerca di tenersene lontano, più viene trascinato dentro al mistero, dove tutto ruota attorno a una formula indecifrabile, e dove gravitano personaggi improbabili come un parroco doppiogiochista, un artista folle, un vescovo potente e un maresciallo dei carabinieri che sembra aver intuito le crepe nel passato che Neri cerca di nascondere. Alla fine, saranno proprio Neri e il maresciallo a risolvere il mistero, con un’indagine parallela e decisamente non convenzionale che i due conducono fino alle estreme conseguenze, l’uno per ritrovare la quiete che era venuto a cercare, l’altro nel tentativo di dare un senso a una carriera da tempo arenata. Ed entrambi rischiando sul tavolo da gioco tutto ciò che gli è rimasto.
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In un periodo non ben precisato, in un borgo semi abbandonato, Scisciano tra i castelli di Jesi, va a rifugiarsi Neri, un ex giornalista di guerra, uno scrittore giunto a un punto della sua vita in cui la ricerca della pace pare una priorità assoluta. Neri è originario del borgo e conosce molto bene quella zona delle Marche e nel riprendere alcune vecchie abitudini, come quella di pranzare alla locanda di Jolanda a Cupramontana, non lontano da Scisciano, ritrova vecchi amici e nuovi conoscenti che saranno la sua distrazione, fuori dal tempo e dallo spazio. Ciò che Neri non immagina è che la tranquillità di Cupramontana sta per essere sconvolta dalla scomparsa di un prete. Mai e poi mai il nostro protagonista avrebbe immaginato che un centro così piccolo come Cupramontana potesse rivelarsi un concentrato di storie, leggende antiche e addirittura un centro storico-artistico.

Sergio Ramazzotti è un autore dalla cultura straordinaria che riporta nel romanzo con la naturalezza tipica di chi mastica l’arte, la storia, la letteratura e la cultura classica come pane quotidiano. Innumerevoli infatti sono le citazioni e a rendere più coinvolgente la lettura è la straordinaria abilità nel far comprendere detti e termini del dialetto marchigiano quale linguaggio necessario per relazionarsi con i personaggi. Un romanzo diverso dal solito, un giallo accattivante e soprattutto un bel viaggio in una zona d’Italia molto poco conosciuta.

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