Recensione a cura di Dario Brunetti
A volte bastano delle rivelazioni necessarie a svelare crimini irrisolti per chissà quanto tempo, visto che le colpe non hanno portato ad alcuna sentenza di tribunale, ed è così che vi è solo un modo, farsi giustizia da soli, perché ci sono ancora delle morti che non possono essere cancellate soprattutto quando proprio quelle persone sono uomini, donne e bambini ed è come se fossero morte due volte.
Non vi è solo l’uccisione di per se, ma c’è l’umiliazione e la tortura che amplifica quel desiderio di vendetta ma alla fine anche chi si vuole fare giustizia da solo finisce col diventare solo un morto che cammina perché a questa persona le è stata sottratta in primis la famiglia ma per di più la sua stessa vita.
La giustizia degli uomini per anni si è resa cieca agli orrori e a i crimini commessi dal regime nazista e fascista, per questo le colpe di tanti esecutori materiali non sono mai state espiate, ma possiamo pensare al le stesse persone che si sono sposate e creato a loro una famiglia, con quali occhi hanno potuto guardare i loro figli se ne hanno soppresso la vita di altri?
E allora c’è una linea di confine cosi sottile che separa la giustizia dalla vendetta che sfocia nella frustrazione, ed è così che il delitto dopo tanti anni diventa qualcosa di liberatorio per cercare di colmare un vuoto o una mancanza che è stata cancellata per tanto tempo.
Con il noir Panico a Milano Gino Marchitelli vuole sensibilizzare gli animi e al tempo stesso scuotere le coscienze attraverso una storia documentata alla perfezione che ci riporta indietro nel tempo e precisamente nel 1943, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre dove il 1° battaglione SS della panzer division Adolf Hitler, un corpo nazista che entrato in Italia ha eliminato le brigate partigiane del movimento di Resistenza e Liberazione presenti sul Lago Maggiore e nella Val d’Ossola. Inoltre vi è stato un rastrellamento e uccisione di ebrei abitanti del territorio e i loro corpi sono stati fatti sparire.
Il tempo per coloro che si sono macchiati di quegli aberranti delitti è arrivato e c’è una mano omicida che vuole restituire il loro disordine e l’incessante rumore che per tanto tempo non ha mai avuto fine andando a soffocare le grida e i pianti di tanti innocenti.
Un romanzo forte anche per i lettori, la narrazione degli eventi è come se fosse filmica, sembra quasi di riviverla, (se poi pensiamo al fatto che una pellicola dal titolo Hotel Meina fu girata nel 2007 dal regista Carlo Lizzani e che racconta proprio di questo tragico evento), Marchitelli si avvale di questo documento storico e lo fa attraverso una ricostruzione lucida e attenta per realizzare un noir con protagonista il professor Palermo che dovrà condurre una nuova indagine del tutto privata chiamando in causa anche una vecchia conoscenza, il commissario Lorenzi che chiaramente avrà un ruolo marginale e defilato rispetto alle opere precedenti.
Non ci resta che scorrere le pagine di questo avvincente noir che va avanti e dietro con il tempo affinchè gli eventi narrati non vengano mai dimenticati e restino scolpiti nella memoria.
Buona lettura !