Prosegue la mia lettura dedicata ai sette Re di Roma. Dopo Romolo ho subito iniziato la storia di Numa, che mi ha affascinata, anche perché da romana, devo fare mea culpa e confessare che di questi sette Re, davvero ne so davvero pochissimo.
La storia di Numa è davvero interessante, questo Re considerato saggio e illuminato dai numi, ci viene descritto dagli autori con descrizioni delle sue gesta ma soprattutto dei suoi pensieri e della sua interiorità. Traspare dalle pagine l’anima di un uomo che combatte tra il voler restare a contatto con le sue origini, il bosco, sua madre, la serenità della vita in esilio, l’amore per una ninfa, e la responsabilità di essere Re e guidare un popolo in forte espansione e assetato di guerra.
Ho apprezzato molto, come nel precedente romanzo su Romolo , lo spessore che si è voluto dare alle figure femminili pur in un’epoca patriarcale. La ninfa Egeria tra tutte che appare nella sua indomita veste di libertà, è stata la mia preferita, ma anche Tazia, e l’altera Lucrezia. Donne che arricchiscono una storia fatta di senatori, condottieri ed eroi esclusivamente uomini.
La trama non è mai banale e noiosa, un’equilibrata bilancia tra azione e sentimento, le descrizioni dei luoghi e dei fatti sono ben ricostruite, facendoci immergere in un’epoca lontana a cui però apparteniamo tutti. Quello che emerge alla fine della lettura è il grande desiderio di voler proseguire nella conoscenza dei sette Re, tanto famosi nell’insieme, ma meno se presi singolarmente come uomini.
Consigliato a chi ama i romanzi storici, ma anche a chi come me, non è super appassionato del genere ma vuole approfondire le origini della nostra bella città di Roma senza doversi annoiare sui libri di storia.